Bolzano, 21 novembre – Festa ormai dimenticata dai più, specialmente dalle istituzioni, la Festa dell’Albero ha accompagnati la nazione per tutto il secolo scorso.
Oggi a celebrare questa festa è rimasta la sinistra con i Verdi, a modo suo e camuffandola sotto altri nomi e date, vari gruppi ecologisti e i militanti di CasaPound che ogni anno regalano al Comune di Bolzano un albero da piantare laddove il territorio cittadino ne abbisogna maggiormente.
Ma da dove nasce però la Festa dell’Albero?
La festa fu istituita durante il Fascismo da Arnaldo Mussolini, fratello del Duce e studioso agrario, con una grande sensibilità ecologica. Arnaldo aveva dedicato la vita alla rinascita boschiva, all’organizzazione dell’agricoltura, alle bonifiche e al culto degli alberi, appunto. Fu apprezzatissimo pioniere mondiale di moltissime scoperte e battaglie ecologiste, purtroppo oggi semi-dimenticato dalla storiografia ufficiale e dai nuovi stregoni dell’ecologismo intellettualoide.
Ancora oggi però, in giro per l’Italia si può incontrare qualche “Giardino Arnaldo Mussolini” sopravvissuto alla censura talebana dell’antifascismo.
*Nominato presidente del Comitato Nazionale Forestale, nel giornale “Il Bosco” Arnaldo scriveva che “in Italia si deve generalizzare un nuovo convincimento, che io vorrei definire il culto dell’albero”, ponendo il “problema di educazione civile e di rispetto verso gli alberi”.
L’8 settembre 1928, parlando ad Asiago in occasione della giornata forestale, Arnaldo affermava: “Camerati del piano e del monte! È l’ora della terra. È l’ora nostra”. “Ruralizzare l’Italia – diceva – non vuol dire riportare gli uomini della terra alla pastorizia. No! Significa bensì portare i due terzi del popolo italiano ad essere una linfa vitale e rigogliosa del tronco millenario della Stirpe. Significa portare il lavoro silenzioso e sconosciuto della terra all’altezza del concetto sovrano della vita moderna nazionale”. Il 27 novembre 1928 gli fu conferita la laurea honoris causa in Scienze agrarie*.
Andrea Bonazza
*estratto dall’articolo di Adriano Scianca per www.ilprimatonazionale.it dal titolo “chi tradisce perisce”