Bolzano, 22 novembre – purtoppo è una triste e desolante realtà, l’Istituto Per l’Edilizia Sociale più che un istituto sembra un circo. Non passa giorno senza che vi sia una nota sui problemi che affliggono gli stabili popolari.
Va dato merito a CasaPound, unica spina nel fianco dell’istituto dell’edilizia popolare, di aver risolto diversi casi ed in particolar modo svolto un serrato lavoro quotidiano nei quartieri popolari.
Ma all’Ipes sembra importare poco delle problematiche che affliggono i loro condomini che, come spesso denunciano, non hanno voce in capitolo e per farsi sentire devono rivolgersi a consiglieri o media.
Ma quali sono realmente i problemi dell’ipes?
Sono tanti. Partiamo dal personale palesemente sotto organico… È impensabile che una responsabile di zona abbia un numero considerevole di palazzine da seguire. Così facendo non riescono a stare dietro a tutti problemi e la maggior parte delle volte sono costrette a subirsi le giuste lamentele dei condomini anche se incolpevoli.
Incolpevoli perché segnalano ai grandi capi le varie problematiche che vengono loro riportate e l’immobilismo non è certo del singolo dipendente, ma è da ricercare nei vertici che sono più preoccupati di cosa può pubblicare un consigliere su Facebook o un giornalista sul giornale, anziché del degrado degli immobili. Spesso tra i piani alti dell’Ipes c’è chi minaccia i condomini che commentano negativamente l’istituto, intimando di rimuovere post o commenti o, come successo pochi giorni fa, ti fanno firmare una carta dove si diffida dal pubblicare sui social network un filmato compromettente, pena una denuncia.
C’è poi la figura del fiduciario, ovvero l’ultima ruota del carro, che dovrebbe però essere un valido collante tra gli inquilini e l’istituto. Attualmente figura quasi totalmente inutile, in quanto coloro che ricoprono questo ruolo lo fanno nel tempo libero o meglio, come secondo lavoro, già perché per ogni famiglia della zona da loro seguita percepiscono degli emolumenti irrisori.
Non fraintendiamoci, in questi anni abbiamo avuto a che fare con ottimi fiduciari, alcuni dei quali sono stati anche malmenati e minacciati perché scoperchiavano i vari vasi di Pandora, ma altri invece che facevano finta di interessarsi ai problemi (tanto per giustificare il compenso) denigrando prima l’operato di Cpi, salvo poi ricontattare il movimento delle tartarughe frecciate per chiedere aiuto.
Ecco, forse questa figura andrebbe abolita, optando per una fiduciari che svolgano questo lavoro a tempo pieno e quindi retribuiti come tali.
Occorre poi snellire la burocrazia all’interno dell’istituto perché è impensabile che appartamenti rimangano vuoti per anni, quando vi sono famiglie che ne avrebbero bisogno.
Più personale con uffici adibiti alle varie problematiche, più celerità negli interventi e, cosa più importante, mamma Provincia dovrebbe fare punti bonus per tutte quelle famiglie italiane in attesa di un alloggio, troppo spesso superate da famiglie di stranieri che, pur di prendere casa, mettono nello stato di famiglia anche i trisavoli di chissà quale parte del mondo.
Inoltre, rimanendo in tema, per i calcoli dei canoni di locazione ora è possibile fare un auto-dichiarazione… Sbagliato!
Ci sono persone anziane, come già successo, che in buona fede sbagliano a dichiarare i redditi all’istituto, come ci sono disonesti che lo fanno di proposito, molti dei quali con immobili nei paesi d’origine all’insaputa della Provincia e dello Stato.
Quindi, per concludere, bisognerebbe ripulire e riformare totalmente l’Ipes, anche perché le problematiche descritte qui sopra, sono solo la punta dell’iceberg.
Michael Sini