Bolzano, 10 dicembre – Dopo le proteste del CNA dove il Presidente Corrarati, solo pochi giorni fa, dichiarava al quotidiano Alto Adige “abbiamo avuto la dimostrazione di quel che gli imprenditori della zona temevano, ovvero che ci sono problemi di sicurezza e di ordine pubblico. Pretendiamo dal Comune, e dal nuovo assessore Juri
Andriollo prossimo alla nomina, che chi gestisce il centro di accoglienza provveda anche alla sorveglianza nelle vie adiacenti alla struttura. La Pubblica amministrazione non può pensare che ogni mattina 40 imprenditori e relativi dipendenti debbano aver il timore di arrivare in azienda perché potrebbero aver subito danni nella notte. Tanto meno le famiglie che vivono negli alloggi di servizio devono avere il timore di uscire di casa. Infine, nessuno può pensare che ogni settimana le aziende debbano mettere le mani al portafogli per riparare i danni alle parti condominiali del Consorzio Torricelli. Comprendiamo e condividiamo la necessità di dare un tetto a persone in difficoltà, ma sorveglianza e sicurezza sono imprescindibili per la coabitazione tra centro di accoglienza, attività produttive e famiglie che abitano negli alloggi di servizio. Se non verranno garantite in tempi brevissimi queste condizioni, ci faremo sentire in maniera ancor più decisa”.
Andriollo prossimo alla nomina, che chi gestisce il centro di accoglienza provveda anche alla sorveglianza nelle vie adiacenti alla struttura. La Pubblica amministrazione non può pensare che ogni mattina 40 imprenditori e relativi dipendenti debbano aver il timore di arrivare in azienda perché potrebbero aver subito danni nella notte. Tanto meno le famiglie che vivono negli alloggi di servizio devono avere il timore di uscire di casa. Infine, nessuno può pensare che ogni settimana le aziende debbano mettere le mani al portafogli per riparare i danni alle parti condominiali del Consorzio Torricelli. Comprendiamo e condividiamo la necessità di dare un tetto a persone in difficoltà, ma sorveglianza e sicurezza sono imprescindibili per la coabitazione tra centro di accoglienza, attività produttive e famiglie che abitano negli alloggi di servizio. Se non verranno garantite in tempi brevissimi queste condizioni, ci faremo sentire in maniera ancor più decisa”.
Anche CasaPound continua a fare voce grossa contro la struttura comunale, chiedendo la chiusura del nuovo centro emergenza freddo di Via Comini. Le preoccupazioni manifestate dagli esponenti di CasaPound da oltre un anno sull’apertura del centro d’accoglienza per senzatetto, nonostante le rassicurazioni del sindaco Caramaschi e dell’assessore Repetto, si sono tramutate in realtà dopo i disordini dello scorso 7 dicembre, proprio a pochi giorni dall’inaugurazione.
“Ad accoltellare un maghrebino ospite del centro emergenza freddo è stato un giovane nigeriano poi fuggito. L’aggressore con il coltello era appena uscito dalla struttura di accoglienza che resta chiusa durante il giorno.” “Purtroppo, – interviene in nota il coordinatore regionale di CasaPound, Andrea Bonazza – abbiamo avuto la dimostrazione di quello che gli imprenditori della zona temevano, ovvero che ci sarebbero stati problemi di sicurezza e di ordine pubblico.” Critico anche il consigliere comunale di Cpi Sandro Trigolo – “Pretendiamo dal Comune e dal nuovo assessore del PD, Juri Andriollo, la chiusura immediata della struttura per convertirla in centro adibito all’ospitalità di padri separati e famiglie italiane in emergenza abitativa”. Il consigliere comunale Maurizio Puglisi Ghizzi, ricorda invece, che – “solamente i consiglieri di CasaPound sono stati gli unici a votare contro la variazione di bilancio di previsione 2017-2019, con parziale applicazione dell’avanzo e storno di fondi di spese correnti e d’investimento, per due questioni contro le quali ci siamo sempre battuti: l’acquisto di un centro emergenza freddo e il progetto di integrazione dei minori stranieri non accompagnati”.
“In aula il sindaco Caramaschi e l’assessore Repetto avevano ribadito la necessità di acquistare una struttura che potesse accogliere i senza fissa dimora e gli immigrati fuori quota presenti nel territorio cittadino, – continua Ghizzi – ma noi da anni chiediamo una struttura che possa ospitare padri separati italiani e non abbiamo mai ricevuto nessuna risposta”.
“La Pubblica amministrazione non può pensare che ogni mattina 40 imprenditori e relativi dipendenti debbano avere il timore di arrivare in azienda perché potrebbero aver subito danni nella notte. Tanto meno le famiglie che vivono negli alloggi di servizio devono avere il timore di uscire di casa e nessuno può pensare che ogni settimana le aziende debbano mettere le mani al portafogli per riparare i danni alle parti condominiali del Consorzio Torricelli. Se non verranno garantite in tempi brevissimi queste condizioni, ci faremo sentire in maniera ancor più decisa” queste le parole degli artigiani. “Supporteremo questa protesta” concludono i consiglieri delle circoscrizioni Don Bosco e Oltrisarco, Michael Sini e Massimo Trigolo, mentre la raccolta firme per chiedere la chiusura della struttura continua con appuntamento domani sera in piazza Matteotti.
Romano Picchio
