Bolzano, 6 gennaio – Sembra esserci una grave colpa provinciale nella tragedia sulla pista da sci del Corno del Renon, dove lo scorso venerdì ha perso la vita una bambina di Reggio Emilia. La Procura di Bolzano ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio colposo, la madre trentottenne della bimba, Renata Dyakowska, ancora ricoverata all’ospedale San Maurizio, e uno dei gestori del comprensorio sciistico del Corno del Renon. La Procura della Repubblica ha posto sotto sequestro la pista nera “Schwarzsee 2” su cui è avvenuto l’incidente. Oggi è stato effettuato un sopralluogo dal pm Luisa Mosna.
Il tragico incidente però torna a pesare anche sulla politica altoatesina, nello specifico sul tema della toponomastica, evidenziando la pericolosità dei cartelli monolingui. Nelle ultime ore sta montando infatti la polemica sul cartello, in sola lingua tedesca, posto all’inizio della pista innevata per proibirne l’accesso agli slittini mentre, la segnaletica esplicativa con il simbolo di divieto alle slitte, sarebbe stato posto solamente diverse decine di metri più un basso, a discesa già iniziata.
“La morte di questa bambina – interviene in nota il coordinatore regionale di CasaPound Andrea Bonazza – distrugge moralmente la nostra provincia e fa arrabbiare una volta ancora la comunità italiana dell’Alto Adige e i nostri connazionali delle altre regioni. La Svp e i partiti indipendentisti tedeschi, anziché continuare a condurre la stupida ‘guerra dei cartelli’, devono rendersi conto che, come abbiamo ribadito innumerevoli volte, stanno giocando con le emozioni e, soprattutto, con la vita delle persone”.
CasaPound annuncia infine un esposto in Procura sulle responsabilità della politica altoatesina nella vicenda e redarguisce i nuovi governanti provinciali e nazionali a rispettare far rispettare il corretto uso della toponomastica bilingue in tutta la Provincia.
Picchio Romano