Riva del Garda, 9 gennaio – 8 mesi di governo, manovra approvata dall’Ue, ma cosa rimane dell’aiutiamoli a casa loro? Sono passati quasi otto mesi dalla nascita del nuovo governo gialloverde, la manovra finanziaria è passata (non senza continui attacchi e sabotaggi), i porti sono stati chiusi e i fondi alle cooperative dell’accoglienza tagliati (ancora pochi, troppo pochi per la verità).
Ma molti sono stati i punti disattesi dalle rispettive campagne elettorali, pre 4 marzo, di Lega e 5stelle.
Abbiamo sentito spesso il Leader leghista, nonché ministro degli interni, Matteo Salvini, dichiarare in più talk show televisivi che l’aiuto a chi scappa da paesi poveri e senza futuro, gestiti da leader più propensi ad arricchirsi che al bene della loro nazione, sarebbe stato a “casa loro”, quindi operarsi per migliorare la vita di quei paesi per permettere a chi non ha nulla, di elevarsi socialmente e restare nella propria terra.
Ma cosa rimane poi dell’ “aiutiamoli a casa loro” nella realtà dei fatti? Nulla ovviamente, belle parole che non trovano alcun riscontro nella manovra finanziaria e nessun tavolo di lavoro con le grandi aziende italiane ed europee per fermare questo problema apocalittico che è l’immigrazione incontrollata.
Ci fa riflettere tutto ciò sulla bontà di altri movimenti, come CasaPound per esempio, che spende le proprie risorse, militanti ed economiche autofinanziate, per portare avanti progetti di solidarietà in svariate zone del mondo, non ultima la missione nella giungla della Birmania che vedrà sorgere un villaggio da zero per riportare a casa gli esuli del popolo Karen, costretti ad emigrare oltre confine a causa della repressione etnica attuata dai soldati del governo di Rangoon.
Valutando tutto questo da vicino, ci rendiamo conto come, purtroppo, spendersi per mantenere quello che si è detto invece di spendere solo in campagne elettorali, al momento del voto non rende giustizia a chi giornalmente combatte per mantenere la propria parola.

Matteo Negri

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