Bolzano, 14 gennaio – Sulla cattura e l’ergastolo al terrorista di sinistra Cesare Battisti, nel 2004 furono diversi i personaggi della casta intellettuale italiana che firmarono l’appello a favore del comunista armato, considerato da Evangelisti “un povero diavolo”.

«Battisti si è dedicato a un’ intensa attività letteraria – recitava testualmente l’appello – centrata sul ripensamento dell’ esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni Settanta. È riuscito ad attirarsi la stima del mondo della cultura e l’ amore di una schiera enorme di lettori.
Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e il loro riscatto. Battisti è un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista. In una parola, un intellettuale vero».

Tra i nomi figurava anche quello di un Roberto Saviano pre-Gomorra, ovvero di un giovane scrittore di sinistra che, per usare un gergo giovanile, ‘non si cagava nessuno’. Una volta raggiunta la notorietà con il libro sulla Napoli dei clan, Saviano in seguito confesserà: «Mi segnalano la mia firma in un appello per Battisti, finita lì per chissà quali strade del Web e alla fine di chissà quali discussioni di quel periodo.
Qualcuno mi mostra quel testo, lo leggo, vedo la mia firma e dico: non so abbastanza di questa vicenda. Chiedo quindi a Carmilla di togliere il mio nome, per rispetto a tutte le vittime».

Tra le adesioni all’appello per la libertà del terrorista rosso autore di diversi omicidi e rapine, vi erano quelle del collettivo di scrittori Wu Ming, di Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto, di Tiziano Scarpa e Nanni Balestrini, di Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, il permaloso satirico comunista Vauro, Pino Cacucci, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Antonio Moresco, Carla Benedetti e Stefano Tassinari.

Ma intanto oggi, come una ventata d’aria fresca che spazza via gli appelli dei comunisti più o meno pentiti, per la cattura del bandito degli anni di piombo festeggia la destra ed esulta Salvini, festeggiano i familiari delle sue vittime e festeggia quella parte di giustizia italiana non ideologizzata e ostaggio dei dogmi di sinistra, che da mezzo secolo lotta per rispettare sé stessa.

Andrea Bonazza

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