Bolzano, 18 febbraio, Si è svolta per le vie cittadine di Bolzano una manifestazione studentesca con relativo corteo da Piazza della Vittora fino a Piazza Magnago, per manifestare a favore dell’ambiente, che vuol dire tutto e nulla. Sfido chiunque a trovare qualcuno che sia a favore dell’inquinamento. Sulla scia di altre simili manifestazioni sembra che in Europa stia per circolare il fantasma di Greta Thunberg. Uno spettro che dovrebbe far impaurire i potenti, mi scappa un sorriso. Un secolo e mezzo fa nel 1848, c’era un certo Karl Marx che scriveva: Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Quelle parole disseminarono paura e sangue per i successivi anni. Un pensiero ideologico contro il potentato che faceva tremare tutti i politici fino a quando divenne istituzionalizzato. Insomma la classica trasformazione da ribellione ad istituzionalizzazione. Questo succede con tutti i movimenti, nascono come ribellione e poi si trasformano in altro. La ribellione è insita nello spirito giovanile, bisogna andare a cercare un qualcosa che appaghi l’inquietudine adolescenziale, che ci indichi una via. Mi sembra tutto normale. Quello che mi sembra anormale è che dei giovani si comportino da vecchi. Un corteo di cartelli di cartone, come nei classici cortei dei sindacati composti da pensionati e over 60. Certamente c’era più entusiasmo, gioia, colore, allegria, ma questo è sufficiente? Poi è stata un’amarezza vedere un corteo di adolescenti che va ad incontrare i potenti di turno per celebrarli e autocelebrarsi. Figuriamoci se poi gli scafati politici di turno non ne approfittano con le loro belle parole di accondiscendenza. Quel corteo mi ha fatto rimpiangere molto gli anni delle contrapposizioni ideologiche, perché erano un qualcosa che ti entrava nel cuore e non dava pace. Ti segnava profondamente e ti avrebbe indicato la via per il futuro.
La maggior parte dei giovani di questo corteo, dal giorno dopo, avevano già dimenticato il giorno precedente, di nuovo chini sugli smartphone o sui palmari a girovagare in una realtà virtuale che non lascia traccia e pronti ad inquinare come se non fosse successo nulla. Ma che generazione è una gioventù che non si ribella? Io la chiamo gioventù dallo spirito europeista, pronta a qualsiasi compromesso pur di non combattere con sacrificio e ardore. Il gioco al ribasso e il compromesso sono sempre la soluzione, possibilmente schierandosi col potente di turno e con lo status quo. Quanta tristezza, quanta malinconia.
G.L. Cerere