Verona, 18 marzo – Quando gli estremi non si attraggono ma si rispettano, possono nascere profonde riflessioni sul senso della lotta militante al di la delle chiacchiere da bar, e su battaglie che, anche se combattute su fronti diversi, si intrecciano dinnanzi ad un nemico più grande, in questo caso l’ISIS, che minaccia i paesi mediorientali così come il nostro Occidente. Pubblichiamo di seguito la lettera di Franco Nerozzi, camerata di vecchi corso, sempre impegnato con la sua onlus in scenari internazionali, rivolta al fiorentino Lorenzo Orsetti, ucciso in Siria dai tagliagole dello Stato Islamico. Compagno vero in un ambiente, quello dell’estrema sinistra, che non ha più ne voglia ne interesse alla lotta reale, tra gli sproloqui borghesi dell’anticomunismo cieco, l’antifascista Orsetti sta raccogliendo il rispetto di molti suoi “nemici” politici.
“Compagno Lorenzo Orsetti, come stai vedendo in queste ore, quelli che ti rendono l’onore che merita chi cade combattendo sono in larghissima parte soggetti che non appartengono propriamente al tuo mondo ideologico. Sono quelli che quando hanno compiuto scelte simili alla tua si sono visti descrivere dai numerosi siti “antagonisti” come degli assassini senza scrupoli. Oggi, a dedicarti un RIP ci sono moltissimi militanti di un’area politica diversa da quella a cui tu appartieni. Fanno parte di una comunità sulla quale molti anni fa è stato posto il marchio della condanna assoluta. Chi oggi ha sentito il bisogno istintivo di lasciarti un saluto è chi, secondo i tuoi compagni, non dovrebbe avere il diritto di ricordare nemmeno i suoi di morti. E’ chi dovrebbe finire in galera quando urla “Presente” per i suoi caduti. Vedi, compagno Orsetti, oggi tra chi senza pensarci un istante ti ha dedicato la propria profonda riflessione ci sono anche quelli che un certo mondo cialtrone definisce sbrigativamente mercenari, senza prendersi la briga di capire le vere motivazioni che spingono un uomo a prendere certe strade. Lasciare la casa e gli affetti per andare a combattere a migliaia di chilometri di distanza ha un che di folle, di insano, di inspiegabile. E’ una prova per niente facile, ed è un atto che costringe lo spirito di chi lo compie ad elevarsi al massimo delle sue possibilità. A volte lo spirito riesce a volare in alto, sopra ogni umano limite. E da lassù, finalmente, si inizia a vedere il miracolo della vita sotto nuove, molteplici sfaccettature. Ho conosciuto giovani che ora sono sepolti in una jungla o in un deserto per aver scelto di esporsi all’acciaio dei proiettili pur di difendere le vite di esseri umani che tutti, nel mondo dell’egoismo consumista, ignoravano. Per loro, sulla rete informatica che oggi ricorda il tuo sacrificio contro “il fascismo dell’ISIS” c’erano stati soltanto insulti e schifose allusioni ad indicibili interessi che li avrebbero spinti a quella scelta. Compagno Lorenzo Orsetti, oggi anch’io ti rendo onore, perché con il tuo gesto sei entrato in una dimensione che molti dei “tuoi” non comprenderanno mai. Ma che ognuno dei tuoi avversari di ieri sente invece come parte essenziale dell’universo di ogni uomo. E’ per questo che anche per te, dal cuore di tanti “assassini senza scrupoli” sale un rispettoso omaggio che sa travalicare la barriera delle differenze ideologiche”. (Franco Nerozzi)
Andrea Bonazza