Bolzano, 8 aprile  – Sono sempre più in calo le presenze nelle scuole dell’infanzia italiane. Se da una parte può esserci il risvolto “positivo” della scelta dei genitori stranieri di iscrivere i loro figli nelle scuole della seconda lingua, con relativi problemi per i nostri concittadini di madrelingua tedesca, d’altra parte anche molti genitori italiani, negli ultimi anni, per facilitarne l’apprendimento della seconda lingua preferiscono iscrivere i propri figli negli istituti tedeschi.

Per tali scelte non si può certo fare una colpa a questi genitori che intendono incentivare lo studio della seconda lingua ai loro bambini; lingua che in futuro sarà importantissima per gli impieghi pubblici dei ragazzi ma, si sa, con l’attuale scuola italiana che sta toccando il punto più basso nella sua storia, è sempre più difficile apprendere bene, figuriamoci il tedesco. L’attuale programma scolastico infatti, dedito più ai lavaggi del cervello progressisti-buonisti, che non a cultura e materie indispensabili per l’introduzione nel mondo del lavoro, rappresenta oggi uno scoglio pericolosissimo per la crescita dei nostri ragazzi.

In politica, in risposta a questa ingarbugliata situazione, si scontrano continuamente i vari fronti; da chi come i partiti autonomisti è pro-scuole separate tra italiani e tedeschi, ovvero il modello attuale in vero e proprio stile apartheid, e chi invece vorrebbe asili e scuole plurilingui, con l’insegnamento delle materie basato su un modello paritetico: una parte delle materie impartita in lingua tedesca e l’altra in lingua italiana – suggerisce il consigliere socialista Claudio Della Ratta – come avviene per la scuola paritetica nelle località ladine in Alto Adige, grazie ad un’ordinanza ministeriale del 1948.

Opzione questa che in parte trova d’accordo anche CasaPound che, però, tramite il suo movimento di sindacalismo studentesco (www.bloccostudentesco.org) propone inoltre l’aumento delle ore di educazione fisica da effettuare all’aria aperta, insieme agli studenti di madrelingua tedesca e rafforzando così i rapporti sociali e scambio di lingua tra i due gruppi etnici.

L’idea migliore, quella di Blocco Studentesco, per imparare le lingue del territorio ripristinando con l’educazione fisica e sportiva l’antico verbo “mens sana in corpore sano”, per la crescita dei giovani altoatesini secondo valori di convivenza, salute, regole, rispetto e partecipazione.

Andrea Bonazza

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