Trento, 13 aprile  – Nella giornata di ieri, dopo il processo al tribunale di Bolzano che vedeva 63 anarchici italiani, tra cui trentini e bolzanini, sul banco degli imputati per gli scontri contro le forze dell’ordine al confine del Brennero, gli estremisti di sinistra hanno inscenato una nuova pericolosa protesta alla stazione di Trento.

Se lo slogan, urlato in tribunale e stampato sui volantini distribuiti al presidio anarchico in corso Italia a Bolzano, recitava: “terrorista è lo Stato”, diversamente, sui binari della stazione del capoluogo trentino, i militanti antifascisti dopo aver esposto striscioni di solidarietà con i compagni detenuti in carcere, hanno posizionato delle catene lungo i binari che attraversano la città di Trento.

Visto l’alto rischio di incidenti ferroviari per l’ennesimo sconsiderato gesto, i treni hanno subito rallentamenti e cambi di orario, creando non poche difficoltà a cittadini e pendolari. Grande è stato il lavoro dei ferrovieri trentini per liberare i binari e rimettere in sicurezza la tratta.

Ennesima azione anarchica questa, insomma, che anziché accusare il “nemico Stato” mette a rischio e in grande difficoltà la nazione. Ancora una volta è infatti il popolo a pagare le conseguenze delle gesta di questi attivisti del sabotaggio. Tra bombe, agguati, attentati incendiari etc, la cellula trentina del movimento anarco insurrezionionalista italiano, sembra non voler minimamente cambiare rotta rispetto alle accuse – a questo punto fondate – di terrorismo rivolte dai magistrati.

Picchio Romano

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