Bolzano, 10 maggio – Quello che è successo alla casa editrice Altaforte ha un leggero sentore di continuità con la Commissione di Epurazione di Zaniboni e Mario Berlinguer, ve la ricordate? Io si, purtroppo non ho la memoria corta. Nella democratica Repubblica Italiana nel 2019 viene impedito ad una casa editrice di fare business, non ad un venditore di droghe o armi, ma ad una casa editrice. Si perché bisogna chiarire bene cosa è successo, e non bollare semplicemente l’accaduto come un semplice divieto di esposizione a causa di un fantomatico pericolo della ricostituzione del partito fascista. Quello che è successo è ben più grave. Il Salone del Libro di Torino è una fiera dove venditori e compratori di libri si incontrano, questo è. Un luogo destinato alle trattative commerciali tra editori, librai, venditori grossisti, venditori al dettaglio e semplici lettori. Difatti i partecipanti per esporre i loro stand devono pagare un fitto ed essere a posto con le licenze per la vendita. Non si va la per rifondare nulla, si va la a fare business. Ci sono editori per bambini, editori per la scuola, editori, commerciali, ecc, ognuno è libero di vendere i propri prodotti. Poi ognuno è anche libero di fare le proprie strategie commerciali come meglio crede. C’è chi invita cantanti a suonare, chi fa delle presentazioni con gli autori, c’è chi fa degli incontri ludici, c’è chi fa dei rinfreschi, ecc, insomma ognuno adotta una strategia commerciale che crede sia la migliore per il suo target commerciale.

Quello che è stato fatto alla casa editrice Altaforte è stato di impedirgli di vendere i suo prodotti, cioè tutti i suoi libri. Non un libro, magari perché ritenuto da alcuni “censurabile”, ma tutti i suoi libri. Una epurazione a priori che non ha ragion d’essere per nessuna casa editrice. Un libro può piacere o meno, ma questo lo decide il lettore, ma non si impedisce la commercializzazione in toto ad una casa editrice solo perché magari un libro fa schifo o non piace all’establishment. Il prossimo passo cosa sarà chiudere tutte le librerie Altaforte? Qui sembra invece che si sia ragionato in termini di ventennio d’oltralpe, e questo lo fanno proprio i radical chic politically correct. Si comportano nello stesso identico modo. Il pensare non conforme non va bene in qualunque sua forma, allora è da bruciare. A me personalmente della casa editrice Altaforte, ci sono libri che leggerei, che ho letto e alcuni che non leggerò mai. Ma questo vale anche per la casa editrice Il Mulino, Mondadori, Feltrinelli, ecc. Io come lettore posso scegliere e farmi un idea sul contenuto del libro, l’importante però è avere l’opportunità di leggere.

Nel mercato neoliberista europeo da tutti osannato come la panacea di tutti i rigurgiti totalitaristici è stata presa una decisione contro il libero mercato e nessuno ha gridato allo scandalo, anzi si sono complimentati per la decisione presa. Così al prossimo salone dell’auto, magari escluderanno quelle marche produttrici di automobili di una certo modello perché vengono trasformati nelle zone di guerra in mezzi da combattimento, questa è la logica. Quindi attenzione a tutti i produttori di abbigliamento, se avete in catalogo camicie di colore nero o pantaloni alla zuava, sarete esclusi da tutte le prossime fiere della moda, pericolo di ricostituzione del partito fascista.

G.L. Cerere

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