Bolzano, 29 settembre  – Raccontare i torti subiti non è mai facile, anzi. La gogna mediatica ti può triturare convincendoti che le tue certezze iniziali fossero frutto di personali elucubrazioni.
Nel caso specifico, voglio raccontare un’odissea non dalla sua genesi, ma dal suo epilogo: gli anni che un insegnante ha svolto nelle scuole paritarie non vengono riconosciuti in termini di anzianità di servizio e di scatti stipendiali a Bolzano, grazie alla sentenza di venerdì del Tribunale.
Questa ricca Provincia non ha riconosciuto un qualcosa che nel resto d’Italia sta avvenendo gradualmente, ma sta avvenendo.
Per diventare insegnanti si comincia sempre nelle scuole paritarie per poter acquisire punteggio e poi cercare di entrare nelle scuole a carattere statale, ma se il punteggio viene riconosciuto, a livello stipendiale è come se fossi un neoassunto!
A Bolzano poi è la Provincia che ha avuto la delega per la gestione amministrativa degli insegnanti, integrando lo stipendio con una cifra che va dalle 200€ alle 600€ nette mensili, dipende sempre dall’anianità, che comunque assorbe gli eventuali aumenti degli stipendi a carattere statale.
Il ricorso presentato quindi è contro la Provincia e non contro il Ministero e mette in risalto come il modello della scuola tutta rose e fiori di Bolzano, in realtà ha le sue belle contraddizioni.
Gli anni prestati poi nelle scuole professionali non valgono nulla se uno poi volesse passare in quelle a carattere statale e viceversa, vi sono abilitazioni e classi di concorso diversi, per cui estote parati, se si proclama autonomia scolastica nelle regioni del Nord se poi essa significa blocco della mobilità.
E’ giusto che si sappia, cari studenti e genitori, che quando si va in classe i bocconi amari sono tanti e che oltre alla laurea, anni di specializzazione ed anni per diventare di ruolo, lo stipendio a luglio ed agosto per gli insegnanti di Bolzano, anche se con molti anni di scuole paritarie, è di 1400€, cedolino alla mano.

Prof. Francesco Bragadin

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