la rubrica di PostaCerere
Dopo la cancellazione della dizione Alto Adige nei documenti UE, adesso la destra altoatesina di lingua tedesca composta da SÜDTIROLER FREIHEIT e Die Freiheitlichen, continua a fare pressione alla SVP sul doppio passaporto. Il principio del doppio passaporto all’interno della SVP è condiviso al 100% da tutte le sue anime, si differenziano le posizioni solo sull’opportunità politica di insistere adesso, o di far raffreddare gli animi temporaneamente per poi riportare la tematica in un periodo futuro. Per cui il pensiero che ci sta dietro è in tutta la maggioranza di lingua tedesca dell’Alto Adige, è un UNICUM. Anche il Team Köllensperger, che è semplicemente una SVP 2.0, è d’accordo, ma per semplice opportunità politica non si esprime sui temi etnici. Non bastasse adesso Ulli Mair per impedire che venga reintrodotta la dizione Alto Adige nella “Legge Europea”, vorrebbe che in tedesco si scrivesse solamente Provinz Bozen cosicché la traduzione fosse semplicemente Provincia di Bolzano. Insomma si cerca continuamente ed in qualunque modo di cancellare anche l’identità italiana di questo territorio, vogliono inacidire gli animi e alzare l’asticella dello scontro. Con le destre di CasaPound e Fratelli d’Italia limitate al Consiglio comunale di Bolzano, solo Urzì, in consiglio provinciale, prova a contrastare questo continuo attacco politico contro gli altoatesini di lingua italiana, mentre Lega, Pd e M5S non sembrano pervenuti.
Nel frattempo gli altoatesini di lingua italiana vivono in un Laogai culturale e sembra che non se ne rendano conto, sembrano essere abbagliati dagli usurai locali che li riempiono di giocattoli costosi. Mi viene da dire poverini. In questo silenzio assordante ci sono solo poche voci che si oppongono a questo lavaggio del cervello, e quando lo fanno come sempre giocano in difesa invece di contrattaccare o attaccare. La storia ci ha sempre insegnato che mantenere le posizioni porta spesso ad una sconfitta, bisogna ardire e osare. I nostri nonni e bisnonni lo hanno fatto è ci hanno lasciato in eredità un Italia migliore. Le generazioni successive si sono adagiate sui divani e da li non si sono più alzate. Se volete veramente essere rivoluzionari bisogna iniziare a bruciare i divani, metaforicamente parlando. Questo è un vero gesto di ribellione culturale. Bisogna essere orgogliosi di essere altoatesini di lingua italiana e rimarcarlo quotidianamente senza paura di essere tacciati di razzismo. Perché qui ad essere discriminati siamo noi, e non loro, per cui eventualmente il recondito pensiero discriminatorio sta in altri lidi.
Per ricordare Ezra Weston Loomis Pound, dato che ieri ricorreva l’anniversario della nascita, concludo citando il suo Canto LIII: “I porci pensano ad allargare i confini. Gli onesti all’ordine interno”.
G.L Cerere