Di finanziamento pubblico all’editoria mi ero già occupato con un articolo del 5 dicembre 2018, solo che quella volta trattai del finanziamento provinciale all’editoria locale. Con la pubblicazione completa del finanziamento pubblico nazionale attraverso la Presidenza del Consiglio dei Ministri andiamo a sviscerare i dati nazionali, logicamente tutti disponibili online; al contrario di quelli provinciali che è sempre difficile recuperarli vista l’assenza di un sito dedicato all’uopo. Precisiamo che con editoria non si intende solo la carta stampata, ma tutto quello che ruota intorno all’informazione. Partiamo dal finanziamento ai quotidiani; balza subito agli occhi che il Dolomiten quotidiano di una minoranza linguista è il quotidiano più finanziato in Italia con 6.180.000 €, alla faccia della minoranza sfruttata. Avete letto bene più di sei milioni di euro, oltre logicamente al finanziamento locale. Un impero economico che vive alle spalle di contributi pubblici nazionali di tutti gli italiani, caso unico che non ha paragoni non solo in Italia, ma in tutta Europa. Fosse per le vendite e le raccolte pubblicitarie l’azienda della famiglia Ebner si troverebbe sicuramente a rivedere tutti i bilanci aziendali. Nel lontano novembre del 1957 il Dolomiten titolava a lettere cubitali Los von Rom ora invece suggono il nettare del arcinemico italiano. Non bastasse siccome gli italiani sono sempre brutti, sporchi e cattivi perché non finanziare anche Heimat & Welt, periodico degli altoatesini di lingua tedesca nel mondo con 47.569 €. Se fossero coerenti con i loro avi dovrebbero di propria iniziativa non dico rinunciare, ma nemmeno presentare domanda di finanziamento. Ma sappiamo che la politica altoatesina di lingua tedesca è sempre stata quella dei due forni, e anche questo lo hanno imparato da noi italiani con Andreotti. Ed è proprio al giornale di ispirazione cattolica, ciellino per antonomasia L’Avvenire che si accantonano e poi si riversano 5.451.479 €, un giornale nazionale che sembra più un gazzettino dello Stato Pontificio. Poi ci sono gli altri giornali della comunità linguistica slovena con 3.097.216 €. Poi c’è il quotidiano comunista per antonomasia il Manifesto con 3.057.842 €, e tutta una serie di altri quotidiani di varia ispirazione. Se poi parliamo di contributi alle imprese radiofoniche di informazione e di interesse generale, non potevano mancare i 4 milioni a Radio Radicale. In tutto questa erogazione di denaro pubblico sembra che i più grossi beneficiari siano proprio i nemici della patria, giornali in cui la politica immigrazionista è all’ordine del giorno, dove la cultura economica neoliberista la fa da padrone e con la ciliegina sulla torta del superamento dei confini nazionali. Non so se sono io che soffro di strabismo, ma ho la leggera sensazione che non abbiamo bisogno di Soros con i suoi finanziamenti per farci del male, ne siamo indubbiamente capaci da soli, come dice Giuseppe Cruciani alla Zanzara: siamo al toppe!! Vi ricordate quando Grillo e il M5S a gran voce declamavano l’abolizione del sostegno diretto alla stampa, ecco ora che sono al governo non fanno altro che continuare a muoversi come i politici precedenti di decennale esperienza. Di certo non si può dire che non sono bravi, hanno imparato velocemente a muoversi nella politica di palazzo.
G.L.Cerere