Bolzano, 11 febbraio – In una città tappezzata nei giorni scorsi da striscioni contro i partigiani titini e dagli appelli studenteschi per chiedere che si parli delle foibe anche a scuola, sono stati oltre 150 i partecipanti all’annuale corteo che si è svolto ieri a Bolzano in ricordo dei martiri delle foibe.

Il fiume silenzioso di giovani patrioti che si era dato appuntamento alla piazzetta Marcella Casagrande, con il passo scandito dai tamburi, ha attraversato via Dalmazia, via Firenze e via S.Quirino, per concludersi sulle passeggiate di via Fiume, con la rituale commemorazione davanti alla stele posta anni fa dal Comune di Bolzano in ricordo del sacrificio degli esuli giuliano-dalmati e del loro contributo alla città.

Anche quest’anno è stato un corteo silenzioso con un colpo d’occhio suggestivo composto da decine di fiaccole e bandiere italiane. Ad aprire il corteo un grande striscione nero con la scritta “onore ai martiri delle foibe” e le bandiere delle terre irredente di Istria, Fiume e Dalmazia precedute dalla corona d’alloro che i manifestanti hanno deposto alla stele sul Talvera.

Nonostante siano stati molti gli applausi raccolti dalla manifestazione lungo il percorso, con diverse bandiere tricolori appese sui balconi dei palazzi, non sono mancate piccole provocazioni, rimaste tali, di alcune ragazzine che inneggiavano alla pulizia etnica operata dai comunisti titini.

In giornata i membri del comitato “io non scordo” avevano deposto un mazzo di fiori anche nel quartiere Don Bosco alla stele dedicata a Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana barbaramente violentata e uccisa da un orda di partigiani comunisti che, ancora viva, la gettarono nelle foibe carsiche nel confine orientale. Anche lo spirito di Norma oggi non trova pace, bersagliata da insulti sui muri, danneggiamenti alla lapide e frasi ingiuriose scandite anche in questi giorni dagli estremisti di sinistra.

“C’è ancora tanto lavoro da fare – hanno dichiarato gli organizzatori – per combattere il muro negazionista di menzogne e odio politico che una certa sinistra, capitanata dall’ANPI, si ostina a innalzare anche a Bolzano; ma vedere un numero sempre maggiore di giovani a queste manifestazioni, offre uno spiraglio di speranza per un futuro in cui migliaia di italiani infoibati alla fine della seconda guerra mondiale, possano finalmente trovare pace nel riposo”.

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