La rubrica di PostaCerere
Come molti affezionati della mia rubrica avranno capito a me piace il pugilato. Uno dei pochi sport che mi fa ancora emozionare quando lo guardo alla televisione. Mi sono innamorato di questa disciplina nel lontano 1985 grazie alla figura, di quello che io ritengo uno dei più grandi pugili del passato, Mike Tyson. Per gli altri storici personaggi della boxe ero troppo giovane per conoscerli bene, oppure non ero ancora nato. Invece Mike Tyson è stato contemporaneo alla mia adolescenza e per questo ne sono stato folgorato. Quindi ogni volta che si parla di Iron Mike i ricordi mi rimandano sempre alla mia gioventù. In questi giorni sta circolando in rete un video di pochi secondi in cui si vede Mike Tyson allenarsi con la foga e la forza di un ventenne. Io non mi meraviglio, perché credo che Tyson sia una di quelle persone che è nata proprio per la boxe. A 55 anni ha ancora tecnica pugilistica che molti si sognano, in quei pochi istanti un occhio allenato riconosce subito la tecnica che gli ha insegnato il suo primo grande allenatore Constantine “Cus” D’Amato. Come indubbiamente potrete immaginare dal nome “Cus” D’Amato, è stato un pugile ed allenatore italoamericano. Il successo di Iron Mike si deve tutto a lui, si perché è stato l’unico pugile che è riuscito ad applicare in modo efficiente ed efficace nei pesi massimi la tecnica inventata proprio da “Cus” D’Amato, la cosiddetta tecnica del Peek a Boo (Gioco del Cucù). Quasi tutti da piccoli avranno giocato a Bubù-Settete, ci si nascondeva la faccia dietro le mani o ci si nascondeva completamente dietro una porta o una sedia e poi di colpo si salta fuori e si grida qualcosa, di solito Bubù-Settete. D’Amato con intelligenza aveva portato questo tipo di atteggiamento nella boxe, guardia bella alta che copre la faccia, busto dritto con movimenti dei fianchi veloci e gioco di gambe laterale e poi di colpo ci si apre e via con una serie di uno due pesanti. Il fisico di Tyson era ed è perfetto per questa tecnica (guardate il video), collo grosso che gli permette un movimento laterale completo e corporatura tarchiata e non molto alto. Per la sua categoria, i massimi, sembrava un intruso, tutti solitamente più alti e più longilinei, ma proprio per questo risultavano svantaggiati ed erano i primi a cadere a ko solo dopo pochi secondi. Logicamente adesso a 55 anni il corpo si è appesantito e le gambe sono diventate più lente, ma la classe è indiscutibile. Per capire la differenza della sua boxe emblematico è l’incontro con Robert Colay, durato appena 30 secondi. Colay convinto di tenerlo distante con le sue leve e la sua prestanza non ha capito che Tyson appena aveva la possibilità di arrivargli da sotto lo poteva stendere in un attimo e così è stato. Per cui la differenza d’altezza e di leve per Tyson divenne un vantaggio che gli permise di vincere 46 incontri nei pesi massimi nel mondo professionistico non è poco. I problemi maggiori li ha avuti proprio con atleti che avevano capito la sua tecnica e che cercavano il colpo da sotto, dato che aveva sempre la guardia alta, oppure che accettavano la sfida di gettarsi in avanti e prendersi pugni a ripetizione. Anche in questo caso, emblematico è stato l’incontro con James Douglas, un inferno di colpi dati e presi, entrambe simili di corporatura e senza nessuno che cercava la distanza 10 round di inferno assoluto. Alla fine dopo una serie di colpi ben assestati vince meritatamente James Douglas, aveva accettato la sfida di incassare e aveva vinto. Mi ricordo ancora che il giorno dopo in palestra nessuno ci poteva credere che Tyson potesse aver perso con James Douglas, perdendo così anche tutti i titoli di campione del mondo. Ma non era così semplice bisognava tenerlo sul ring per più di tre quattro round per poterci credere. Molti ci hanno provato ma pochi ne sono usciti poi vincitori. Un altro incontro che mi è rimasto pesantemente impresso nella mente è stato quello contro Frank Bruno per la sfida al titolo WBC. Frank Bruno britannico con un fisico possente e statuario, alto 1.91 m di soli muscoli contro gli 1.78 m di Tyson, insomma pugni che fanno veramente male. Tyson senza paura schivava e gli andava sotto, Bruno riprovava a tenere la distanza e lui schivava e di nuovo sotto, così per 5 round e poi Bruno non c’è la più fatta KOT. Tyson impassibile e calmissimo come se non avesse fatto fatica si inginocchiava e prendeva gli applausi del pubblico di Las Vegas. Insomma Tyson è stato il mio mito e per molti della mia generazione, come Cassius Clay per la generazione precedente alla mia o come Primo Carnera lo è stato per mio nonno. Ogni generazione ha i suoi idoli, e grazie alla inventiva di un vecchio allenatore italo americano e il duro allenamento, Mike Tyson a mio avviso è stato uno dei pugili più efficaci nella storia della boxe. Guardatevi questi trenta secondi di vera pura passione della boxe.