Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Mario Draghi il nuovo salvatore dell’Italia, il paladino delle ingiustizie, il meglio che l’Italia potesse offrire, il top della finanza italiana, insomma i titoli del mainstream mondialista ci propinano siffatti titoli per farci vedere la faccia pulita di Mario Draghi. Ma chi è veramente? Beh la sua biografia la potete leggere ovunque, ma io consiglio sempre di capire quello che ci sta scritto tra le righe vuote. Mario Draghi è stato l’unico finanziere italiano ad essere entrato dentro la Banca Centrale Europea a Francoforte quando venne inventato l’Euro, ricordatevelo sempre. Come si suol dire l’uomo della prima ora. Quando venne creato l’Euro dal nulla, anzi non proprio dal nulla, ma dai possessori delle banche di allora, si scatenò una vera e propria guerra per piazzare i propri uomini ai vertici del palazzo di Francoforte, ecco: Mario Draghi fu uno di questi che ne uscì vincitore e pertanto è l’uomo giusto per gestire l’economia e la finanza italiana per il sistema neoliberista. Il problema vero cioè la questione centrale è che stanno gestendo l’economia italiana e l’Italia come se lo Stato Italiano non esistesse più, perché nei fatti si può dire che dal giorno in cui Draghi diventerà presidente del consiglio, l’Italia cesserà di esistere quale nazione, ma diventerà un semplice asset economico della finanza e quindi da trattare come un semplice titolo finanziario. Il ruolo dello stato finirà e ci sarà una semplice progettazione degenerativa del business as usual. Per capire il mio giudizio su Draghi bisogna capire cosa significa l’Euro per lui e per tutti gli europeisti mondialisti come lui; Soros, Monti, Lagarde, Trichet, Duinsberg, Rothschild, Rockefeller, ecc. Il denaro, Euro, Dollaro, Rupia, Rublo o qualsiasi altro pezzo di carta o metallo è essenzialmente una relazione sociale: una promessa di pagamento basata sulla fiducia. Fin quando lo Stato come Nazione ha il pagherò in mano (sintetizzando ha una proprio conio) la fiducia ricade sulla politica, sull’economia reale di una nazione e sul suo popolo. Dal momento in cui l’Italia come Stato ha ceduto il privilegio di creare denaro ad una Banca Commerciale come la BCE, essa esercita il suo potere offrendo prestiti e linee di credito. Insomma circola più denaro grazie all’emissione di titoli di debito fruttiferi e quindi utilizzato per attività come l’acquisto di immobili, terreni, azioni, quote societarie, ecc. Il reddito aggiunto non si crea nell’economia reale di tutti i giorni, ma si genera semplicemente un rendimento fruttifero che fa salire il prezzo dei beni esistenti. A volte collassa come la bolla immobiliare del 2008, che è proprio la figlia legittima di questo processo. Ma la cosa peggiore per uno stato e per i suoi cittadini è che una parte del debito di una nazione deve essere trasferita per i pagamenti a coloro che hanno investimenti fruttiferi di interessi e come profitti nel settore bancario, lasciando così meno reddito disponibile per l’acquisto di beni e servizi da parte di persone che lavorano nell’economia produttiva. Da qui si capisce perché il potere d’acquisto dei salari negli ultimi anni sta calando costantemente, tanto da dover fare due lavori per avere un reddito familiare sufficiente. Da quando l’emissione di denaro è stata collegata con l’emissione di credito si sono sviluppate decine di bolle creditizie che hanno creato disastri sociali in tutto il mondo. Questo è il pensiero economico di Mario Draghi, per cui io non lo contesto semplicemente perché non è stato eletto, ma perché le sue politiche monetaristiche sono tutto il contrario di quello che ha bisogno una Nazione come l’Italia o di una qualsiasi Nazione che la si voglia definire con la N maiuscola. A riprova di questa mia siffatta opinione basta vedere cosa ha fatto la SVP, il partito di raccolta sudtirolese, rispetto a Mario Draghi. La SVP è sempre stata contro ogni tipo di governo tecnico perché con la loro politica dei tagli lineari non hanno mai, secondo loro, considerato la specificità dell’Alto Adige. In questo caso invece danno un appoggio incondizionato a Mario Draghi, proprio perché le sue politiche economiche sono dei prodromi per lo sfacelo degli stati nazione, cosa che la SVP sta programmando scientificamente da anni. Lo scardinamento economico dello stato e lo smantellamento delle sue istituzioni. Questo è perché a me Mario Draghi non piace e lo ritengo pericoloso per la nostra identità. L’unica idea da perseguire perché ormai non ne sono rimaste altre valide è la terza via, quella che ha funzionato al meglio nella nostra amata Italia, quella in cui innanzitutto necessita di una modifica di approccio mentale perché si deve passare da un pensiero di indifferenza sociale a un progetto di beneficio sociale nazionale.
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