Musa, a 25-year old Kurdish marksman, stands atop a building as he looks at the destroyed Syrian town of Kobane, also known as Ain al-Arab, on January 30, 2015. Kurdish forces recaptured the town on the Turkish frontier, on January 26 in a symbolic blow to the jihadists who have seized large swaths of territory in their onslaught across Syria and Iraq. Photo Credit: Bulent Kilic/AFP/Getty Images

La rubrica di PostaCerere 

In questo momento dove tutto sta andando a rotoli, molti si domandano come mai in Italia non succede mai nulla di dirompente o rivoluzionario, anzi gli italiani invece di ribellarsi vanno a tirare fuori dalla scatola magica soluzioni ancora più peggiorative. Mario Draghi è solo l’ultimo esempio. Molti dei miei amici stranieri (soprattutto quelli di origine scandinava) me lo ripetono in continuazione: sembra proprio che a voi italiani vi piaccia piangervi addosso per poi decantare disgrazie patite. Come dargli torto la letteratura italiana è piena di questi romanzi, per poi non parlare della cinematografia dei registi moderni e contemporanei, un Tafazzi continuo. Mai che una volta ci fosse stata una reazione incisiva o addirittura violenta contro un sistema che invece di proteggere il suo popolo, lo degrada, lo umilia e lo rende imbelle. Cercherò di spiegarvelo con una metafora letteraria. Molti non conosceranno Elizabeth Smart, è stata una autrice canadese che ha avuto la sua massima popolarità col suo unico romanzo “By Grand Central Station I Sat Down and Wept” (Sulle fiumane della Grand Central Station mi sono seduta e ho pianto); uscito nel 1945 non ebbe successo, anzi, ne furono vendute solo un migliaio di copie. A distanza di anni, intorno alla fine degli anni 60 e inizi anni 70, spopolò a Londra e poi con le prime traduzioni in tutta Europa. Il romanzo è una struggente e poetica storia d’amore, nulla di trascendentale se non per la ritmica e la limpidezza dei sentimenti. In Italia dato che trovò la sua popolarità durante la metà degli anni settanta, venne utilizzato dalle femministe e dalla sinistra come manifesto per l’emancipazione delle donne, la solita manipolazione interpretativa. Dato che il libro parlava di una donna allora per forza doveva essere un libro da femministe. L’altro aspetto, quello che venne completamente minimizzato e trascurato, era l’anno di pubblicazione cioè il 1945. Il libro non fu capito e apprezzato perché era il 1945 e mancava nella popolazione il cosiddetto Zeitgeist, Elizabeth Smart era troppo avanti coi tempi. Sono partito da questo romanzo proprio per far capire che il Zeitgeist (spirito del tempo) che noi percepiamo non è uguale per tutti, e che la massa della popolazione omologata dal mainstream mondialista a volte non si accorge di cose ed eventi odierni, che magari dopo molti anni verranno riscoperti come se fossero attuali. Lo Zeitgeist è un sentimento, è il desidero sapere dove mi trovo, come sono, chi sono le persone intorno a me, insomma la bramosia di sapere subito e in questo momento cosa sta succedendo. Non tutti lo possiedono, ma quelli che lo hanno di solito sono dei precursori o degli avventurieri. Scrivo questo perché in questo momento storico dove la pandemia sta appiattendo con l’isolamento e le limitazioni delle relazioni sociali questa forma percettiva, fondata sulla realtà, ne crea una nuova fondata sulla virtualità. Virtualità delle relazioni sociali, virtualità della politica, virtualità dei sentimenti, virtualità in tutti gli ambiti della quotidianità. Per cui se già prima era difficile il carpe diem, oggi con i nuovi strumenti informatici e informativi diventa sempre più impossibile rendersi conto del hic et nunc. La percezione e la cognizione della realtà vengono talmente “mediate”, che le giovani generazioni saranno convinte che la carne di cui si nutrono non significhi la macellazione di animali, ma semplicemente un pacchetto portato a casa da un rider di Deliveroo. Per loro un hamburger nasce già come hamburger. Un annientamento completo di sentimenti reali per una distorta percezione della realtà circostante. Le catene del mito della caverna di Platone invece di rompersi, sono state sostituite con delle catene d’oro, quindi l’uomo l’incatenato se prima guardava le ombre del mondo reale per percepirne i risvolti ora si è addirittura ridotto a guardare e ammirare le luccicanti catene. Ecco cosa significa Zeitgeist, e per riscoprirlo non ci sono ricette miracolose o trucchi magici, difatti anche Elizabeth Smart diede la sua risposta a quel suo insuccesso, ma questa volta la sinistra lo ignorò completamente perché non poteva essere manipolato a loro uso e consumo. Con la pubblicazione della raccolta di poesie “L’assunzione di farabutti e mascalzoni” Elizabeth Smart diede uno sguardo alla realtà circostante facendo una descrizione degli aspetti più squallidi e degradati di una quotidianità materialmente e spiritualmente indigente. Io credo che se si vuole cambiare l’Italia, bisogna cambiare soprattutto il Zeitgeist degli italiani operazione non semplice perché richiede l’annientamento dell’amore, affinché la sofferenza possa generarsi e l’amore, se possibile, rinascere in forma nuova.

G.L.Cerere

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