Nella giornata di ieri, domenica 7 febbraio, l’Associazione Memento, insieme a Movimento Nazionale Romagna e CasaPound Italia Forlì Cesena, ha reso onore a Giuseppe Menghi, Ardito che tra gli avamposti del “Battaglione d’assalto Forlì”, nella Seconda Guerra Mondiale, tentò insieme ai suoi camerati di rallentare l’avanzata dell’invasore anglo-americano.
“Le sue gesta ed il suo donare la propria gioventù, in nome della nostra Patria e dei suoi valori sacri, ci accompagnano nel nostro cammino”.
Andato avanti il 3 febbraio 2014 e ricordato con una targa posta di fronte alla sua sepoltura nel cimitero di Predappio, la sua memoria costituisce un dovere che le comunità militanti romagnole intendono portare alle future generazioni.
Dal sito associazione-memento.org
Trascriviamo qui di seguito parte della sua testimonianza di quando rimase ferito riportata dal medesimo libro sopra citato:” Tra i molti episodi della guerra da me combattuta con gli Arditi del Forlì, ricordo bene quello riguardante il mio ferimento e, dopo, quando fui decorato e promosso Caporale ecco i fatti.
Nei primi giorni del Gennaio ’45 sostenemmo dei combattimenti molto duri per impedire al nemico avanzante di dilagare verso il nord. A noi si unirono tedeschi sbandati che cercavano di rintracciare i reparti di appartenenza.
Insieme ci imbucammo nelle postazioni esistenti sull argine Sud del fiume Senio e di li riuscimmo a fermare l agguerrito nemico.
Una notte, a turno con l’amico Mastropietro, cercavamo di scavare, all’interno della buca, per ricavare una specie di giaciglio che ci permettesse di riposare quando non eravamo di guardia.
Sul far del giorno mentre stavo spargendo intorno alla postazione, la terra scavata nella nottata, all’improvviso, non molto lontano da dove mi trovavo, scoppiò una granata sparata, credo dai polacchi, isolatamente: Una sceggia mi colpì alla coscia sinistra. Fui subito soccorso ed accompagnato all infermieria che si trovava sotto l argine nord del fiume, in una palazzina ai margini della strada che lo costeggiava.
Li fui ripulito, medicato e fasciato. Poiché mi rifiutai di essere ricoverato in ospedale, dopo poche ore fui rispedito in postazione.
Sulla sera, all imbrunire, venne a trovarmi il Comandante Federighi che mi fece gli auguri per una pronta guarigione e si congratulò per il comportamento tenuto.
Continuai a svolgere i miei compiti ed a fare i turni di guardia, anche se con difficoltà, non potendo piegare la gamba e quando, per necessità ero costretto a farlo provavo dei dolori lancinanti ed insopportabili. Comunque, merito dell’età e delle cure dell infermiere, dopo non molti giorni potei considerarmi quasi guarito. Quando infatti andammo in riposo a Boschi, percorsi come gli altri, a piedi, il tragitto.
Nel mentre si costituiva il 1° Battaglione d’assalto Forlì. Venne a farci visita il Dott. Giulio Bedeschi, allora Federale di Forlì.
Nell’occasione decoró e promosse a tenente il Comandante Federighi, il sott. Jannuzzi ed altri, poi, con mia grande sorpresa fui chiamato: Fu letto l’encomio solenne, mi fu concessa la croce di ferro di seconda classe e fui promosso Caporale.
Questi episodi non si dimenticano mai e spesse volte sono portato a parlarne con orgoglio.
Prima della resa con il battaglione partecipai a tanti altri combattimenti dai quali, fortunatamente uscì fisicamente indenne.
Ricordo con commozione tutti i camerati caduti e con affetto tutti gli altri commilitoni.”
Giuseppe Menghi, scomparso il 3/2/2014; oggi riposa nel cimitero di Predappio a 50 metri dalla cripta Mussolini.
A lui va il nostro doveroso ricordo rimanendo un esempio di sacrificio, amore verso la patria e coraggio.