La rubrica di PostaCerere 

Cosa sta succedendo in Palestina, credo che oramai lo sappiano tutti, non serve che descriva io la storia e i fatti recenti, io faccio un’altra riflessione di ordine etico e morale: hanno dimenticato il suo nome e Cristo ha lasciato la sua croce ed è uscito dalla Palestina. Questo è quello che sta succedendo, nella piena indifferenza dell’ONU col veto degli USA, prima le iene di Sharon adesso i carri armati e i bombardamenti di Netanyahu sulla striscia di Gaza massacrano un popolo. L’ONU si può tranquillamente definire una organizzazione politicamente direzionata, un mastodontico burocratismo di illusorio moralismo mondiale dai falsi miti, ma dai valori più biechi e negazionistici (nel senso del diritto di veto concesso solo ad alcune potenze). Il popolo palestinese viene accusato da sempre di essere solo un insieme di terroristi e basta. Di generazione in generazione gli cambiano il nome: Settembre Nero, OLP, Hamas, ecc, intanto si dimenticano di un nome e l’hanno cancellato nelle cartine. Al contrario di quello che molti pensano i palestinesi erano un popolo dalle diverse religioni, ma i conflitti degli ultimi anni lo hanno spostato verso una maggioranza musulmana. Sono lontani oramai i tempi quando persino i preti cristiani palestinesi combattevano per uno stato Nazionale Palestinese. Ve lo ricordate l’arcivescovo cattolico Hilarion ben Bashir Capucci, nativo di Aleppo in Siria, il quale si è sempre prodigato, pure detenuto nelle carceri israeliane, per la causa palestinese e molti altri conflitti del medio oriente fino ad arrivare al pieno sostegno dal 2011 al governo di Bashal al-Assad contro gli insorti finanziati dalle più grandi potenze straniere; sempre le stesse col diritto di veto all’interno dell’ONU. Ecco cosa ha fatto l’ONU e la sua politica, è riuscita a trasformare un conflitto tra Nazioni in uno scontro tra religioni, passo fondamentale per poi poter appoggiare unilateralmente i poveri e assediati ebrei in medio oriente. Hanno rivoltato il paradigma del conflitto tra nazioni in guerre di religione come hanno sempre fatto anche in altri teatri di guerra, facendo poi passare dei legittimi governanti in brutali dittatori o in spietati assassini. Stati medio orientali dove la millenaria convivenza tra i diversi popoli era riuscita a trovare un certo equilibrio negli stati nazione laici o in pseudo regimi militari. La pia illusoria idea atlantista della democrazia a modello neoliberista e globalista che debba essere esportata in tutto il mondo è il vero nemico da combattere. Tradizioni millenarie secolari cancellate dall’ONU in nome di diritti universali che vanno in conflitto con le più ancestrali tradizionali tribali che alcuni popoli preservano come antico legame col mondo terreno. Allora se c’è da tutelare gli Indios in Amazzonia o Papua Nuova Guinea in nome dello sfruttamento unilaterale dei giacimenti naturali di alcuni stati, allora ci si scaglia contro a tutela di quei popoli, ma se il popolo non ha nulla da controbilanciare come quello palestinse, allora lasciamolo al suo miserabile beffardo destino. Aver dato nel 2012 allo Stato di Palestina lo stesso status che ha lo Stato Pontificio ci fa capire il valore simbolico che si vuole dare a questa terra, un semplice luogo santo senza diritti e doveri, l’oblio dell’indifferenza.

G.L. Cerere

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