Bolzano, 21 maggio – Da anni la bandiera italiana al cippo di confine del Brennero, tra Italia e Austria, è soggetta alle peggiori angherie da parte sia di alcuni secessionisti pantirolesi, sia però anche della politica locale che fa capo al gruppo linguistico tedesco. Un anno fa il cippo era stato imbrattato per l’ennesima volta con bombolette spray e ne fu rubata la bandiera. Anche in quella occasione erano saliti  al confine italo-austriaco i militanti di CasaPound Bolzano, ripulendo il vecchio cippo e ripristinando il tricolore aggiustandone il pennone. Oggi, invece, dalla Svp in consiglio provinciale arriva l’ennesima doccia fredda al rispetto di un’intera nazione…

CasaPound ripulisce il cippo del Brennero e ripristina il tricolore

La considerazione per il Tricolore sta tutta nei tempi di risposta alla interrogazione presentata in Regione, ed assegnata al Presidente Kompatscher, il 20 marzo del 2019 ed a cui il consigliere provinciale Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, ha ricevuto risposta, oltre un anno dopo, in queste ore.

La domanda: perché è sparito il Tricolore dietro l’area di ristoro Lanz al Brennero, in area autostradale (quindi di competenza regionale e provinciale)?

“Kompatscher ci ha tenuto a dare il segnale della considerazione per il tema facendo trascorrere oltre un anno per rispondere quando i tempi da regolamento prevedono poche settimane. E ovviamente senza dare alcuna soddisfazione: “A tergo dell’edificio museale “Plessi”, realizzato dalla Società A22 al passo del Brennero, è presente un pennone sul quale in passato era usualmente issata la bandiera italiana. La struttura, che allo stato attuale non regge bandiera alcuna, è ubicata laddove un tempo sorgeva la barriera doganale. Smantellato  l’edificio  doganale,  l’area  è  stata  oggetto  di  profonda  rivisitazione  ed  oggi  ospita  il “Plessi Museum”, primo spazio museale italiano di pertinenza autostradale, struttura architettonica voluta dalla Società per offrire ai viaggiatori in transito un’occasione di sosta anche culturale”. Così riassume Kompatscher il tema, con una lunga disquisizione sul museo quando si chiedeva semplicemente se la società Autostrada del Brennero di cui è socia la Regione non potesse provvedere a sistemare la bandiera sul quel pennone che con soddisfazione, sembra di intuire, Kompatscher dichiara ora spoglio. E subito dopo lo scaricabarile: “Nel corso degli anni, sia prima, sia dopo la Convenzione di Schengen, esporre la bandiera italiana sul pennone elemento della configurazione di un tempo, è sempre stata attività eseguita a cura del Ministero dell’Interno per mezzo del locale Commissariato di Polizia”. Come dire; non chiedete a noi di esporre il Tricolore al confine (“sul pennone elemento della configurazione di un tempo”, ossia come dire cose vecchie, compreso il confine…) ma semmai alle autorità statali. Come se non potesse mai essere preso in considerazione che sia la società autostradale a dare il suo benvenuto agli stranieri con una bella bandiera nazionale. “Non è affar nostro”, sembra leggersi nelle parole del Presidente della Regione… Tutto chiaro. Come l’anno trascorso per avere questo genere di risposta, offensiva verso tutti gli Italiani” ha infine concluso Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia in T

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