Lo scorso sabato, in poche ore, abbiamo avuto l’ennesima riprova di come alcuni giornalisti politicizzati, da Repubblica a Rolling Stones, riescano a manipolare le notizie secondo i propri comodi, incuranti e irrispettosi dei lutti e del dolore di amici e famigliari delle vittime. La notizia del triste suicidio del calciatore ventenne Seid Visin, originario dell’Etiopia e in Italia fin da quando venne adottato in tenera età, si è sbugiardata sul nascere grazie ai genitori del ragazzo di colore.
Inizialmente sbandierato ai quattro venti da giornalisti ed esponenti della sinistra come “suicidio dovuto a motivazioni razziste”, in cui il giovane atleta avrebbe subito battute e cattiverie al grido di “Salvini” e “CasaPound” (ma che senso ha?), in realtà non avrebbe nulla a che fare con questioni politiche o razziali. A confermarlo sono gli stessi genitori che chiedono maggior rispetto da tutti quegli avvoltoi che, in queste ultime ore, hanno strumentalizzato la morte di loro figlio per una nuova fantomatica crociata antirazzista in salsa Black Lives Matter. Dunque, i familiari smentiscono la tesi circolata in queste ore su un possibile collegamento tra il drammatico suicidio del figlio e ciò che lui, tre anni fa, ha denunciato sui social in una lettera.
Ancora una volta chi blatera di fakenews e grida al pericolo razzista/fascista/maschilista, sono coloro i quali, schifosamente e senza dignità, manipolano a loro piacimento la realtà. #berizzisciacallo
Andrea Bonazza