L’altro giorno la nostra riviera, da romagnola, è diventata quella promossa dai globalisti delle sinistre arcobaleno e fucsia, i tipi del “no border, no nations”. A Rimini si è concentrata la malvagia sfrontatezza di una risorsa umana, una di quelle che ci traghettano i trafficanti di carne umana. Il richiedente asilo ha preso a coltellate 4 donne e un bambino di 5 anni, che ha quasi sgozzato. I giornali spiegano che era drogato, depresso e disturbato per “un evento inaspettato”. L’evento, per dovere di cronaca, è stato la richiesta di esibire il biglietto dell’autobus.
Un inferno di sangue che sembra non destare particolare indignazione negli ambienti progressisti, quelli sempre pronti ad accogliere indiscriminatamente (“prima le persone”), gli stessi che hanno incominciato una nuova guerra delle parole, associando il termine “terrorismo” a qualsiasi forma di dissenso per le politiche segregazioniste imposte con il Green Pass, e che non si fanno scrupoli ad affermare che chi non accetta il trattamento sanitario sperimentale va escluso dalla vita civile.
Una morale decisamente sinistra. Tollera la decadenza del nostro tessuto sociale, anche attraverso l’alluvione di immigrati spesso violenti. Ma invoca l’isolamento per gli italiani che si oppongono alla segregazione sanitaria e non vogliono esibire nessun lasciapassare.

Antonio Barzanti

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