Il Consiglio provinciale vota la fornitura di “dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio a distanza dei parametri clinici dei pazienti in terapia domiciliare”. E si dichiara disponibile a proseguire nello sviluppo della rete di medicina territoriale.
Approvato un punto decisivo delle proposte lanciate da Fratelli d’Italia con un documento presentato in Consiglio.
Un passo importante ma non sufficiente, ho dichiarato oggi alle forze politiche di governo.
Secondo i dati comunicati dall’Azienda sanitaria in Alto Adige al 31 dicembre 2020 lavoravano 289 medici di famiglia e 63 pediatri di libera scelta. Alla stessa data il numero medio era di 1.535 assistibili per medico di medicina generale e di 1.063 assistibili per ogni pediatra di libera scelta. Rispetto alle altre regioni italiane, tali indicatori risultano superiori alla media nazionale (i valori medi italiani per l’anno 2017, ultimo dato nazionale disponibile, erano di 1.194 assistibili per medico di medicina generale e 883 assistibili per pediatra di libera scelta). Salvo eccezioni motivate, la normativa provinciale stabilisce quale rapporto ottimale un medico di medicina generale ogni 1.500 abitanti. Solo in 17 distretti sanitari su 20 è operante almeno un pediatra di libera scelta. Al 31 dicembre 2019, il 3,8% dei medici di medicina generale superava il massimale di 2.000 assistiti e il 30,2% dei pediatri superava il massimale di 1.200 assistiti.
Da qui Fratelli d’Italia era partito per rilevare che la stessa gestione clinica dei pazienti affetti da COVID-19 si è progressivamente evoluta giungendo alla conclusione per cui una corretta gestione dell’infezione presuppone l’immediata adozione delle cure maggiormente idonee e specifiche per il singolo individuo evitando di sovraffollare le strutture ospedaliere.
Eppure si contano ancora pochissime cure monoclonali, avviate solo dopo la denuncia di inattività di FdI.
Siamo certi che peraltro una buona parte dei pazienti può essere conseguentemente gestita tramite adeguati trattamenti domiciliari in grado di garantire sorveglianza sanitaria e continuità assistenziale;
Sono sempre più numerose, anche sulla scorta delle esperienze internazionali, le evidenze positive del trattamento precoce delle infezioni da Covid-19 tramite la somministrazione delle terapie antivirali e di prevenzione delle complicanze polmonari secondo protocolli già in uso, ovvero in esito alla rilevazione di evidenze di efficacia nazionali e internazionali o nell’ambito dei trial in essere.
Ma qui si tratta di investire appunto sulla rete territoriale.
Un passaggio oggi c’è stato. Non basta.
Per questo chiedevamo anche “il potenziamento del ruolo dell’Assistenza sanitaria di base della provincia di Bolzano, mettendo in atto iniziative volte ad incrementare l’assunzione di medici di famiglia, individuando , contestualmente, meccanismi per orientare la scelta, da parte di professionisti del mondo sanitario verso la realtà altoatesina, anche tramite misure di incentivazione economica” e “l’adozione, di concerto con l’Istituto superiore di sanità, di protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19, tenuto conto di tutte le esperienze maturate sul campo in questi due anni di lotta alla pandemia”.
Alessandro Urzì
Consigliere provinciale di Fratelli d’Italia