E’ ora di fare i conti sui costi ci cui la Provincia di Bolzano si è fatta carico scegliendo per un lungo periodo una “via altoatesina” alla gestione della pandemia che peraltro non ci ha portato (con il senno di poi) ad essere fra i migliori ma invece nel fondo della classifica nazionale.
In queste ore ho presentato una richiesta di accesso ai dati sui costi dell’introduzione del Corona pass. Lo ricordate? Mentre a livello europeo e nazionale si stava lavorando su quello che sarebbe divenuto conosciuto come il Green Pass la Provincia fu la prima, scimmiottando l’Austria, a lanciare il suo modello di restrizioni personali ai movimenti: il Corona pass appunto.
Ecco l’interrogazione in cui sono elencati i fatti e le richieste di fare i conti su quanto la tenacia nel volere condurre una nostra via autonoma sia costata al contribuente:
“Lo scorso aprile, l’Alto Adige aveva anticipato tutta Europa sul ‘passaporto verde’ diventando il primo territorio Ue a istituirne uno che interessava i settori della ristorazione, della cultura e del tempo libero ed era ottenibile anche con un test nasale negativo effettuato nelle ultime 72 ore.
Il Corona-Pass altoatesino si basava su tra categorie: persone testate, persone vaccinate e persone guarite. I testati con test molecolari, antigenici o nasali, ricevevano il risultato via mail, i vaccinati con ciclo completo ottenevano l’attestato direttamente dal centro vaccinale mentre i guariti dovevano richiedere un certificato di guarigione.
Collegata al Corona- Pass era la campagna ‘Testiamoci’ che offriva test nasali fai da te gratuiti.
Un’ordinanza provinciale definiva quali erano le ‘Corona-Pass Areas’, ovvero all’interno dei ristoranti in teatri, ai concerti e nei cinema, prove ed esibizioni di cori e bande musicali, musei, mostre, sport di squadra e di contatto, piscine all’aperto, palestre, centri fitness, piscine coperte e centri sportivi , fiere, convegni e congressi e strutture ricettive (check-in solo con Corona-Pass).
Il Corona pass altoatesino è stato in vigore dal 26 aprile al 1° luglio 2021.
Tutto questo premesso e considerato
SI INTERROGA
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
E/O L’ASSESSORE COMPETENTE
per sapere
1) quanto sia costato alle casse pubbliche altoatesine l’implementazione del Corona Pass, sia per la gestione informatica della certificazione verde locale che per la relativa concessione di test nasali gratuiti;
2) come si giustifichi l’istituzione di una certificazione verde locale posto che negli stessi giorni il Garante della privacy di altra regione sosteneva che la “card vaccinale” violasse la normativa in quanto priva di «una idonea base giuridica» sostenendo che «disposizioni di questa natura, che condizionano diritti e libertà personali», sono ammissibili solo se regolate da una normativa nazionale e non da un’ordinanza regionale.
3) come si giustifichi l’istituzione di una certificazione verde locale in sovrapposizione con quanto deciso dal governo nazionale nel “decreto Riaperture” del 21 aprile, quello con cui erano stati introdotti i Green Pass.
Alessandro Urzì
Consigliere provinciale di Bolzano Fratelli d’Italia