La rubrica di PostaCerere
Un sabato sera non è un sabato sera se non c’è il varietà del sabato sera, e da buoni italioti non potevamo rinunciare al varietà col botto finale: Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Chiusa la trasmissione, domenica di commenti e titoloni sui quotidiani e social per il Mattarella bis, ma da lunedì basta perché inizia il festival canoro di Sanremo altro spettacolo italiota col botto finale del sabato sera. Che aggiungere ancora, pizza, calcio e mandolino e poi abbiamo tutti gli stereotipi dell’italiota medio. Questo purtroppo è lo spettacolo raccapricciante che ci vogliono far assistere per alimentare nell’anima di ognuno di noi lo spirito di servitù e indolenza del buon suddito in una repubblica costituzionale de jure, ma che vive in una monarchia de facto. Io non ho mai amato la nostra costituzione e non mi vergogno a scriverlo, preferisco altre forme di diritto e di governo, a mio modesto avviso leggermente migliori sia per assetto istituzionale che nel merito. Ma ahimè, mio malgrado come volevasi dimostrare dopo sette anni di reggenza Mattarella avremo altri sette anni di reggenza ancora Mattarella, nel rispetto della costituzione. Non è che sia cambiato molto dalla prima repubblica, sempre un del solito democristiano dell’ala di sinistra proposto dal partito democratico, questo è quanto. Cosa c’è di diverso dalla prima repubblica? Niente! Insomma chi credeva che l’italiota cambiasse pelle nella seconda repubblica dopo vent’anni di berlusconismo e 10 di tecnicismo e va fan culo alla Grillo siamo di nuovo palla al centro e via a prenderci ancora calci in culo. Logicamente tutti i mass media e social con i loro titoloni vi vorranno far credere che l’elezione di Mattarella sia una sconfitta dei partiti, oppure l’ennesima disfatta della destra, o ancora una squallida rappresentazione di politici incapaci, poi come non farci mancare l’altro stereotipo dell’ennesimo brutto spettacolo del teatrino dei parlamentari che poi alla fine tutti assieme plaudono l’elezione dello stesso presidente di sette anni fa! Tutto nei programmi si tratta di semplice autoreferenzialità. Ma al contrario di quello che potreste pensare a me non fa schifo tutto questo, anzi, mi piace vedere e rivedere sempre la stessa trasmissione da 50 anni come fanno i bambini che riguardano a rullo sempre il solito cartone animato all’infinito, non per la trasmissione in se, ma per la reazione del beota italiota. Il beota che crede in un mondo senza guerre, nella pace perpetua, dove la fratellanza e lo spirito borghese hegeliano (lavoro, universalismo e ricchezza soldo dopo soldo) regnano sovrani. Dove si disgusta per quello che ha appena assistito, ma cinque minuti dopo ha già dimenticato ed è pronto a commentare la partita di calcio senza nessuna sorta di discontinuità. Questi sono i figli del globalismo, dell’ospitalità, del cittadino liquido che piace tanto sia a destra che a sinistra visto che entrambe le fazioni condividono la stessa agenda politica. Un unico modello sociale che deve essere accettato e condiviso eccetto per le piccole sfumature che alimentano la pseudo destra e la pseudo sinistra. Violenza, repressione, menzogna e paura oramai non servono più le hanno sostituite con consumismo, pacifismo, persuasione e codardia. Cento anni fa altri italiani avrebbero reagito differentemente dopo aver assistito ad uno spettacolo simile e lascio a voi lo spazio mentale per riflettere su come avrebbero reagito. Vedere le elezioni di un presidente della repubblica con la lettura del fogliettino che passa di mano in mano con la lettura del nome Mattarella, Mattarella, Mattarella…sembrava di assistere all’ennesimo film caricaturale di dell’italiota alla Fantozzi. Purtroppo io che sono figlio del paganesimo romano con la sua triade classica di Giove, Giunone e Minerva, non per niente sono Posta Cerere, non posso far altro che invocare i miei DÈI che ci guidino fuori da questa catatonia di ancestrale malvagità. Bisogna ricacciare i titani, che stanno dentro ognuno di noi, nel tartaro e lasciarli li per l’eternità. Per fare questo non c’è bisogno di grandi monarchi o presidenti benemeriti, come diceva Marco Aurelio Antonino (121-180 d.c.) il grande imperatore filosofo nel suo II libro nei “Colloqui con se stesso” : “Ad ogni istante pensa con fermezza, da Romano e maschio quale sei, a compiere ciò che hai per le mani con serietà scrupolosa e non fittizia, con amore, con libertà, con giustizia, e cerca di affrancarti ad ogni altro pensiero. Te ne affrancherai compiendo ogni singola azione come fosse l’ultima della tua vita, lontano da ogni superficialità e da ogni avversione passionale alle scelte della ragione e da ogni finzione, egoismo e malcontento per la tua sorte. Vedi come sono poche le condizioni che uno deve assicurarsi per poter vivere una vita che scorra agevolmente e nel rispetto degli dèi: perché gli dèi non chiederanno nulla di più a chi osserva queste condizioni.”
G.L.Cerere
