C’è un dato incontrovertibile, in tutta l’Africa, cioè il 17% della popolazione terrestre con 1 miliardo e trecentomila abitanti, ci sono stati meno morti di Covid 19 che nella sola Italia, con si e no 60 milioni di abitanti. Dati non inventati dai soliti no vax, ma diffusi dall’OMS. Il continente con meno vaccinati al mondo, raggiungeranno mediamente il 10%, con picchi in Marocco, Sudafrica e Ruanda, raggiunge si e no i 140.000 morti. In Africa non esistono restrizioni coattive, non esistono obblighi generalizzati di green pass, non esistono obblighi vaccinali, eppure il Covid 19 fa meno morti della malaria, della dissenteria, della malnutrizione e delle guerre tribali, eppure nessuno si interessa a queste. L’importante è mantenere alta col mainstream eurocentrico la narrazione del Covid 19 nel mondo occidentale, opulento, vecchio e decadente, ma pieno di soldi per rimpinguare le casse delle case farmaceutiche. Ma non finisce qui, ci sono posti in Africa soprattutto in Sudafrica dove l’80% della popolazione risulta avere gli anticorpi del Covid 19 senza aver mai fatto il vaccino. Questo dato è stato riscontrato per la prima volta dai medici che si occupavano delle donazioni di sangue, notarono che quasi tutti i donatori avevano gli anticorpi senza aver mai fatto nessun vaccino. Da li sono nati dibattiti medici sul perché di tale fenomeno, c’è chi dice che l’età media giovane aveva fatto si che il Covid 19 non portasse a forme gravi della malattia, chi imputa al clima, chi afferma ancora che i geni che hanno accumulato con l’esposizione alla malaria li abbia rafforzati al riconoscimento e alla resistenza di altri virus, ecc, ecc, il dibattito è ancora aperto, o meglio, è aperto tra quattro intimi che non se li fila nessuno. Quello che emerge però senza essere medici è che i popoli di un continente hanno reagito in modo differente rispetto ad altri popoli. La medicina non dovrebbe sottovalutare questo aspetto e nemmeno la ricerca, ma sembra proprio che lo stia facendo sia sul piano clinico che su quello della narrazione della pandemia. Una pandemia che in Africa non esiste, dati i numeri dell’OMS. Questa forma di sotto valutazione o sopra valutazione nei confronti dell’Africa rispetto al resto del mondo puzza ancora molto di quel neocolonialismo liberista dove si affrontano i problemi di questi paesi sempre ancora con gli occhi di noi occidentali. Andiamo a portare vaccini e risorse mediche contro il Covid 19, quando loro hanno bisogno di tutt’altre cose, solo perché magari quei vaccini scadono a breve. Insomma si urla al razzismo a casa propria contro chi vorrebbe un flusso migratorio regolamentato e poi si fa della carità servizievole al modello globalista, con cose che agli africani non servono, ma questo non è razzismo vero! Questo modello di esportazione del paradigma di sviluppo neoliberista occidentale è il vero neocolonialismo, anzi neanche tanto neo ma puro e semplice colonialismo. Parlare di Covid 19 alle tribù subsahariane quando ogni giorno costantemente devono combattere con la desertificazione dovuta ai cambiamenti climatici, contro l’islamismo d’ordinanza, contro le carestie e la siccità mi fa incazzare. Insomma dove sta veramente il razzista? È colui che disconosce le diversità mediche e scientifiche e le vuole appiattire in un unico paradigma, o colui che le vuole mantenere e far vivere una accanto alle altre? Questa storia è già stata scritta una volta e purtroppo l’esito è stato a favore della prima ipotesi. Non parlo di fantasia, ma dell’evoluzione degli ominidi, dove tra tutte le specie prevalse solo l’homo sapiens. La paleostoria ci insegna che dopo un periodo di convivenza tra le diverse specie di ominidi homo rhodesiensis, homo neanderthalensis, homo erectus, ecc, prevalse solo l’homo sapiens con strategie non solo belliche, ma soprattutto pacifiche. A mio modesto avviso mi sembra che la preistoria si stia ripetendo, alcuni benché acculturati e dotti non hanno ancora rescisso del tutto il loro cordone ombelicale dai loro antenati diplozoici.

G.L. Cerere

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