La rubrica di PostaCerere 

Questo involontario test del Covid 19 ha mostrato tutti i limiti della nostra sanità regionale o provinciale e della Protezione Civile. Non vuole essere una critica ma semplicemente un momento di riflessione e di autocritica. L’elevata mortalità tra gli operatori sanitari dovrebbe farci riflettere che ora è arrivato il momento di lasciare le redini di tutto il sistema sanitario ai professionisti in camice bianco e lasciare fuori da tutti gli organi decisionali i professionisti della politica. Non solo, ma credo che sarebbe ora di eliminare il numero chiuso per l’accesso alle università per tutte le professioni sanitarie, medici, infermieri, radiologi, ecc. Non è una battaglia nuova lo so, ma in questo momento di crisi epocale, bisogna dare nuova linfa ad un settore fino adesso considerato solo per i tagli lineare. La perenne carenza di medici di famiglia, l’elevata età media degli stessi, l’altissimo numero di studenti che vanno nelle università straniere a frequentare medicina doveva già essere un segnale di allarme, ancor prima dell’epidemia, ma la miopia politica o chiamatela cattiva gestione ha portato a questo. Eliminare il numero chiuso però è solo una condicio sine qua non (condizione necessaria ma non sufficiente), perché se dopo il ciclo di studi non viene previsto un sistema di integrazione col mondo del lavoro, gli investimenti fatti su di loro verrebbero gettati tutti al vento. Allora che fare? La risposta non è semplice, ma un primo passo credo debba essere fatto proprio come segnale per mostrare che il cambiamento di rotta in questo mare di tempesta sia possibile. Eliminare il numero chiuso per almeno due anni dovrebbe essere visto quasi come un atto dovuto in questo momento, ma anche cercare di far rientrare tutti gli studenti di medicina che stanno studiando all’estero. Bisogna dare un esplicito segnale di speranza alle nuove generazioni. In questo momento dove molti giovani hanno mostrato un vero impegno civile quotidiano con il volontariato verso anziani, malati e bisognosi, devono essere premiati. Bisogna far si che tutto questo non venga disperso nelle maglie del ritorno al vecchio sistema della monetizzazione facile. Ritornare ad amare la propria amata nazione che fino ad oggi ci ha protetto, per ritornare ad essere un vero popolo unito. Abbiamo visto che l’Europa ci ha girato le spalle, allora la rifondazione non può che passare per un percorso di rinascita nazionale attraverso le strutture pubbliche dello stato e fondanti della cultura Italiana. Scuola, istruzione, sanità, lavoro, casa, famiglia (vera famiglia) questi sono i valori che ci hanno reso grandi nel mondo. La rivoluzione pacifica deve iniziare adesso, perché come ci ha insegnato la storia dopo ogni crisi economica è molto probabile che si verifichi una rivoluzione violenta. Per evitare questo allora bisogna dare speranza e rivoluzionare il sistema dall’interno, serve il riscatto della nazione…..perché quando dici Italia dici il nome mio, terra dell’alloro dell’ulivo (cit. Zeta Zero Alfa).

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