5 “FIAMMATE DI DELINQUENZA” SOSTENIBILE: IN MONOPATTINO.
Cesena. Si intensificano quelle che l’Assessore alla Sicurezza Luca Ferrini ha ribattezzato “fiammate di delinquenza”.
La ricetta di Ferrini (niente “annunci sui social network” ma “chiamare in tempo reale le forze dell’ordine ad intervenire e, laddove non sia possibile, formalizzare delle denunce”) sembra non funzionare.
Dopo l’ennesimo scontro violento di giovedì tra bande di nord africani, sotto alle abitazioni nei pressi del Vicolo del Gasometro, che ha portato alla denuncia di due irregolari, forse arrivati in Italia grazie a traghettatori come quelli di ‘Mediterranea’ (i tipi della bandiera esposta nell’ufficio comunale del Sindaco Enzo Lattuca), sabato sono arrivate le rapine effettuate in monopattino elettrico. Coltello e monopattino, tutto molto green e a chilometro zero. Cinque colpi portati a termine da due giovani maghrebini che hanno scorrazzato impuniti tra stazione e centro storico, agendo con determinazione e violenza, dal pomeriggio a tarda serata. Con la minaccia del coltello e qualche percossa hanno rapinato collanine, telefonini, documenti, bancomat, tessere e soldi contanti.
I cittadini hanno chiamato. Denunce saranno formalizzate. Ferrini forse dormirà sonni tranquilli anche dopo alle prossime fiammate. Ma la nuova realtà piace sempre meno ai cesenati. E non ci salverà la ciclopolitana.
CESENA, CONDOMINI VICOLO GASOMETRO.
COME IN SUD AFRICA.
Le repliche dell’amministrazione Lattuca ai cittadini preoccupati, per l’intensificarsi delle violenze in strada a Cesena, oltre a palesare la sottovalutazione del problema, evidenziano la necessità dei nostri amministratori di difendere un argomento a loro più caro di quello della tutela dei cittadini italiani e della cura della nostra città. Quello della politica di accoglienza, costi quel che costi, di questi ultimi tre decenni.
Minimizzare il problema, riconducendolo a quello che secondo il centro sinistra sarebbe solo una questione di “errata percezione” o concedere che tutto sommato si tratterebbe solamente di “qualche fiammata di delinquenza”, è la naturale reazione di chi non vorrà mai ammettere che la politica dei porti aperti, dell’accoglienza per tutti e dei traghettamenti attraverso la collaborazione tra scafisti e ONG si traduce in un metodo che danneggia enormemente le città italiane e la qualità della vita di chi ci vive.
I consigli, i contribuiti o le soluzioni che arrivano da destra e da sinistra, e pure dal sottoscritto, a nulla o a ben poco serviranno se non si affronta il tema centrale dell’immigrazione.
Imporre l’integrazione tra ‘nuovi italiani’ e ‘vecchi italiani’ attraverso una indefinita ed irraggiungibile assimilazione, per la costituzione della ‘società multirazziale’, è il disegno degli invasati cosmopoliti che sacrificano le nostre società nazionali per la realizzazione di una neo ‘società globale senza identità’.
A costoro la disgregazione dei popoli e la terribile deformazione delle nostre vite importa ben poco. Figurarsi quello che succede ai cittadini ostaggio dei delinquenti nordafricani in Vicolo Gasometro.
E’ la protezione, anche inconsapevole, di questo tremendo meccanismo che produce l’indifferenza per gli appelli dei cesenati sulla sicurezza. Ai nostri amministratori, magari inconsciamente, è caro il rispetto dell’agenda geopolitica – redata dalle oligarchie finanziarie, infiltrata nei comitati centrali del partito e, con il favore di portentose campagne mediatiche arrivata fin nei circoli di periferia – ma indifferente il richiamo che ricevono dai cesenati aggrediti, con coltello e monopattino, dai ‘nuovi italiani’.
Per un motivo molto semplice: dicono che “prima vengono le persone” e vogliono persuadere tutti che questa è la cosa giusta e persino inevitabile. Poi, quando alcune di quelle persone aspettano dietro all’angolo, con il coltello, chi consegni la pizza a domicilio, sorvolano in silenzio sull’episodio. Per i lavoratori aggrediti, in tal caso, zero solidarietà e niente panchine dedicate.
Senza una nuova classe politica nazionale, capace di riconoscere, senza tabù e timori reverenziali, che il problema va affrontato subito e alla radice – quindi persone disposte ad agire per liberare la Nazione dalla morsa mortale dei mondialisti – qualsiasi amministrazione locale potrà porre esclusivamente blandi e temporanei rimedi. Alla nostra sembra non interessare neppure questo. Anzi, dimostrano fastidio se li chiami in causa.
Intanto Cesena, abbattuti i confini retrogradi odiati dalla sinistra mondialista, diventa sempre più internazionale avvicinando il proprio stile di vita a quello delle metropoli in giro per il mondo. Come a quelle del Sud Africa ad esempio, dove i cittadini di alcuni quartieri devono pagarsi la vigilanza privata armata, per difendersi dalle bande dei delinquenti che li assediano.
Teleromagna: “A Cesena prosegue la protesta degli abitanti di viale Bovio che si dicono ostaggio di alcune bande di giovani (nord africani, mia nota) che imperversano durante la notte. I condomini dei palazzi hanno deciso di pagare di tasca loro un servizio di sorveglianza privata”.
Antonio Barzanti