IL CONSIGLIO COMUNALE SULLA SICUREZZA. E LA CESENA CHE NON PIACE PIU’ AI CESENATI.
Nel tardo pomeriggio che anticipa la giornata del Consiglio comunale di ieri sul tema della sicurezza, una commessa di un frutta e verdura viene minacciata con un coltello, rapinata dei contanti in cassa e rinchiusa nella cella frigorifera del negozio.
L’indomani, a Palazzo Albornoz, il Sindaco Enzo Lattuca dichiara: “non credo che a Cesena ci sia un’emergenza sicurezza… Cesena è una città sicura”.
Forse non siamo in emergenza, ma affermare che Cesena è sicura è pura propaganda a favore della giunta e delle politiche nazionali che rappresenta localmente. Non si tratta di decidere se quello della sicurezza sia o meno il “primo problema della città”, piuttosto che il secondo o il terzo, o di attendere un malaugurato grave episodio da aggiungere alle decine di meno gravi già passati alla cronaca, ma di accettare politicamente l’argomento ammettendo finalmente quello che tutti sanno ma nessuno vuol pubblicamente dire. Quindi ammettere che il problema lo hanno creato loro, a livello nazionale, promuovendo da decenni le indiscriminate politiche migratorie che hanno incrementato problemi magari già esistenti rovesciando sul territorio nazionale una alluvione di allogeni speso problematici, e deformato il tessuto sociale delle città. Un disegno antinazionale, che non conosce tregua e non ne da a tutti quei cittadini che, al netto di convenevoli classifiche e dichiarazioni istituzionali di circostanza, pagano sulla propria pelle o (visto che viene loro costantemente rinfacciata la differenza tra percezione e realtà come se a sentirsi insicuri si debba temer di esser matti), anche attraverso i propri sensi, decisioni altrui sul proprio presente e futuro.
E’ infatti probabile che le citate scelte immigrazioniste, oltre a generare più o meno gravi problemi di sicurezza in città, hanno creato una Cesena che semplicemente non piace ai cesenati. Perché al di la della narrativa mondialista adottata dal Pd (“integrazione, aiuto, accoglienza e nuovi italiani”) al cesenate indubbiamente piace maggiormente una città nella quale riconoscersi e della quale compiacersi. Una Cesena che sta svanendo.
Al “diritto ad aver paura” si anteponga quindi il dovere di difendere la nostra identità di cesenati e italiani. Perché chi la perde si degrada.
Antonio Barzanti