Bolzano, 2 dicembre – Il prossimo fine settimana inizierà ufficialmente la nuova stagione turistica invernale. Un giro d’affari da milioni di euro. L’Alto Adige oramai è ai vertici nazionali in questo settore, sia sotto il profilo dei pernottamenti che delle presenze. Di questo innanzitutto bisogna ringraziare la Provincia che ha sovvenzionato molto questo settore, se poi sia troppo in relazione ad altri settori è un altro discorso.

Quello che però mi preme fare è anche ringraziare gli imprenditori che con i loro investimenti hanno rischiato molto, ma anche tutti i lavoratori stagionali che con la loro fatica hanno permesso di far crescere le singole aziende, molto spesso sacrificando la famiglia e la propria salute. Questo settore trainante dell’economia altoatesina, come tutti i settori economici è soggetto a tassazioni varie, una tra le tante è l’imposta comunale di soggiorno (Legge provinciale del 16 maggio 2012, n.2 e successive modifiche). Questa imposta è nata con lo scopo di promuovere turisticamente il nostro territorio, nulla di più ineccepibile. Ma la domanda vera è, chi gestisce gli incassi di questa tassa e per quali scopi viene utilizzata? Non saremo qui noi adesso nel dettaglio a scriverlo, altrimenti ci vorrebbe un bilancio della IDM (Innovation, Development e Marketing azienda partecipata della provincia e della Camera di Commercio) e di tutte le singole pro loro provinciali, diciamo solo che il turismo è si un beneficio economico, ma allo stesso tempo porta anche diverse problematiche ai residenti. Allora che fare? Sicuramente non fare quello che è stato fatto fino adesso. Cioè destinare il 100% degli incassi di questa imposta a fini esclusivamente promozionali.

Bisogna ricalibrare la distribuzione degli introiti in modo che una quota debba essere destinata a quei servizi collettivi gravati dall’incidenza del turismo, trasporti pubblici, sanità, servizi sociali e ambiente. Cosa che adesso non viene fatta. È importante capire che i benefici di questo settore economico devono riguardare tutti, e non solo gli addetti ai lavori. Capire che i disagi dei residenti, per gli autobus extraurbani troppi pieni a causa del turismo, siano da pagare, mi sembra il minimo sindacale. Capire che le strutture sanitarie, giustamente, siano anche usufruite dai turisti è lapalissiano. Capire che i lavoratori stagionali hanno bisogno di servizi per poter fare famiglia: asili, scuole, ecc è alquanto ovvio. Capire che la natura non è gratis e bisogna ridare alle nostre magnifiche montagne quello che ci offrono non è una blasfemia.

Un vero statista vede oltre la singola categoria settoriale e pensa a tutta la collettività. I benefici sociali di una economia che giustamente corre come il turismo, devono essere ridistribuiti su tutto il territorio, e non riempire nuovamente le tasche delle solite lobby, che poi promuovono non dei statisti, ma sempre i soliti politici.

G.L. Cerere

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