Bolzano, 9 dicembre – Il 31 dicembre 2018 si sta per avvicinare e tutti pronti a festeggiare il nuovo anno, ma la grande novità dal 1 gennaio 2019 sarà la fattura elettronica per tutte le aziende, la cosiddetta fattura elettronica B2B (Business to Business). Da non confondere con la fattura elettronica con la pubblica amministrazione (B2G, Business to Government), la quale è già funzionante in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea. Voi penserete che entrerà in vigore in tutta Europa dato che apparteniamo all’Unione Europea? Sbagliato, solo in Italia. La cosa che però nessuno si domanda è perché entra in vigore solo in Italia, e non in tutta Europa dato che facciamo parte dell’Unione Europea? Si, perché forse non si sa, ma attualmente la fattura elettronica B2B, vige solo in Portogallo; si, avete letto bene, solo in Portogallo. Austria, Francia e gli altri paese europei e, soprattutto, la Germania, non la hanno e non ci pensano nemmeno ad introdurla. Allora si potrebbe pensare che in questo caso siamo noi i virtuosi che per una volta anticipano i tempi e ci mostriamo migliori. Nuovo errore. Noi siamo obbligati. Si, avete capito bene, solo noi italiani siamo obbligati dall’Unione Europea a introdurla. Volevate un altro esempio di come l’Europa ci ha esautorato del nostro potere? eccolo qua, nero su bianco. Per capirlo bene però bisogna prima spiegare che cos’è realmente una fattura elettronica e poi cosa sono le clausole di salvaguardia. Argomenti tediosi, lo so, ma di questi si nutre la burocrazia europea per autoreferenziarsi. La fattura elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre il supporto cartaceo, quindi stampa, spedizione e conservazione saranno fatte tutte in modo digitale. La normativa che la introdusse in Italia per la prima volta è del 2008, già dieci anni fa, ma la legge circa l’obbligatorietà venne introdotta solo lo scorso anno col governo Renzi, legge 205/2017. Comunque mancavano ancora le regole tecniche, per cui era impossibile applicarla, ma con la circolare del 30 aprile 2018 l’Agenzia delle Entrate le ha generosamente fornite. Quindi la fattura elettronica è diventata realtà in Italia grazie a leggi italiane e non europee, allora uno si domanderà cosa centra l’Europa, calma e pazienza. La direttiva europea 2014/55 del parlamento europeo e del consiglio cercò per la prima volta di mettere ordine alla miriade di sistemi di fatturazione elettronica a livello europeo, in parole povere fino ad allora ogni stato aveva un suo sistema che faceva fatica a parlare con gli altri stati europei. Ci voleva un sistema unico, il quale venne approvato solo nel marzo del 2017 dal Comitato CEN, European Committee for Standardization. A novembre 2018 con l’atto n. 49 del governo Lega – M5S, dopo tutti questi passaggi burocratici, recepisce la direttiva, per cui adesso è legge a tutti gli effetti. In conclusione adesso esiste la possibilità normativa e tecnica di crearla, spedirla e conservarla con un file .xml, per cui è obbligatoria. Il passo importante in tutto questo è che la fattura elettronica non viene spedita da una azienda verso un altra, ma fa un passaggio intermedio attraverso un sistema d’interscambio gestito, come avevo precedentemente scritto, dall’Agenzia delle Entrate. Ora che avete capito per sommi capi cosa è la fattura elettronica, bisogna capire cosa sono le clausole di salvaguardia e come sono collegate alla fattura elettronica.

All’indomani della crisi del governo Berlusconi del 2011, l’allora capo di governo tecnico Monti, sostenuto da Pd e Forza Italia, per tutelare i saldi di finanza pubblica e i vincoli di deficit chiesti dalla UE, blindò alcune clausole di salvaguardia, cioè rese automatici gli aumenti IVA. I governi successivi, Letta, Renzi, Gentiloni hanno sempre cercato di sterilizzare questi automatismi richiesti dall’Europa, con diverse manovre, che non staremo qui noi adesso ad analizzare nel dettaglio. Ora si arriva al dunque, una tra le tante misure concordate con le istituzione europee fu lo strumento della fattura elettronica come misura per la riduzione dell’elusione e dell’evasione fiscale. In sostanza si pattuì di non far aumentare l’IVA, perché con l’introduzione della fattura elettronica dal 1 gennaio 2019, si aumenterebbe il gettito fiscale e quindi si ridurrebbe il deficit. Voilà! il gioco è fatto. Si introduce la fattura elettronica per non far aumentare l’IVA, questa è la sintesi. A parte il giudizio sul principio di correttezza della lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale, su cui nessuno credo si opponga; qui invece si argomenta sull’opportunità politica di essere sudditi di una Europa che ci obbliga, anche con strumenti che nessuno si immaginerebbe, per far quadrare il nostro bilancio nazionale. Abbiamo ceduto un altro pezzo di sovranità che ci obbligherà anche a cambiare abitudini nella vita quotidiana di tutti i giorni. Una standardizzazioni dei comportamenti anche a livello Europeo, alla faccia della tutela delle diverse identità. In conclusione adesso, aziende, commercialisti e pubbliche amministrazione dovranno rivoluzionale la loro quotidianità lavorativa. Magari qualcuno sorriderà e con qualche commento sarcastico dirà che finalmente tutti pagheranno e inizieranno a lavorare, mentre loro continueranno a fare quello che vogliono. Bene, ridete per poco perché la via è tracciata e se tutto procede come previsto dal 2020 arriva la fattura elettronica B2C, cioè Business to Consumer (da azienda a consumatore), per cui nessuno avrà più da ridere. Buon 2019!

G.L. Cerere

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