Bolzano, 26 dicembre  – “50 immigrati dormono per strada e hanno bisogno di aiuto” l’appello pubblicato pochi giorni fa sul quotidiano Alto Adige è firmato da Antenne migranti, Fondazione Langer, Sos Bozen, Forum prevenzione. Le quattro associazioni della sinistra, in una lettera indirizzata a Carlo Alberto Librera, caporipartizione di ASSB, chiedono al Comune di Bolzano di accogliere al centro emergenza freddo anche questi 50 stranieri rimasti a dormire all’addiaccio.

In realtà però, gli immigrati che vivono per le strade del capoluogo sono ben di più di 50… Secondo l’osservatorio immigrazione di CasaPound, gli stranieri senza fissa dimora sarebbero tra i 130 e i 150, accampati in bivacchi lungo le linee ferroviarie di Merano e del Brennero, sotto l’autostrada, accostati all’arginale, in garage e lungo le strade della zona industriale, ma anche in edifici e magazzini dismessi, occupati abusivamente.

In città le strutture esistono e non sempre vengono utilizzate interamente. Il centro emergenza freddo di via Comini ha 95 posti letto ma può arrivare a ospitare anche a 120 persone; mentre in via Macello, i container gestiti sempre da Volontarius accolgono 35 stranieri.

«È vero che le strutture per accogliere ci sono – spiega il nuovo assessore alle attività sociali Juri Andriollo – ma non possiamo accogliere coloro che non siano prima stati identificati in Questura. Di questi tempi è troppo rischioso». Anche il sindaco Renzo Caramaschi non transige: «Capisco tutto, le regole però vanno rispettate».

Da ASSB risponde alle associazioni lo stesso Librera: «Attualmente a Bolzano abbiamo 166 senzatetto, locali e non, ospitati tra i container dei Piani, la nuova struttura di via Comini e il “Conte Forni” di via Renon, dove ci sono 22 donne. Fuori, in lista d’attesa, ci sono 21 persone. A cui se ne aggiungono probabilmente, 20-30, che non hanno con sé documenti e non si fanno identificare in questura. Quindi nelle nostre strutture non possono entrare. Vale per chiunque, anche quando si va in albergo: se vuoi dormire ti chiedono i documenti».

Non volendo sentir ragione, i portavoce delle associazioni sinistroidi rispondono che “la situazione è destinata ad aggravarsi appena anche qui si faranno sentire gli effetti del Decreto Sicurezza voluto dal ministro Salvini». Ecco insomma svelarsi il motivo di tanto clamore… Se negli ultimi anni li stessi sodalizi insistevano per ottenere un nuovo centro emergenza freddo dalle istituzioni, una volta ottenuta a questo scopo l’ex-segheria in via von Comini costata ai contribuenti 2 milioni e 50mila euro più Iva, 700mila euro di lavori e 70mila euro di spese mensili per mantenerne l’apertura, il prossimo obiettivo del fronte immigrazionista sembra essere quello di boicottare il nuovo decreto sicurezza salviniano e mettere in crisi il governo nazionale. Sul nuovo dispositivo del ministero dell’interno, Sos Bozen lancia l’allarme che con questo decreto “rimarranno su una strada circa 260 persone”.

“Si cominciano a vedere – interviene anche il direttore della Caritas e presidente del Centro per la Pace, Paolo Valente – persone che arrivano qui da fuori, dove il decreto Salvini inizia a produrre i suoi effetti. L’obiettivo era creare il caos e ci riusciranno perché avremo a breve un sacco di disperati per strada. Quando invece, essendo di fatto ormai finiti gli sbarchi, si poteva dedicarsi ai progetti di integrazione”

Nel completo silenzio delle opposizioni però, in Comune ci pensa ancora CasaPound a chiamare le cose con il loro nome e far crollare il castello di sabbia delle associazioni rosse. Durante le ultime serate di consiglio comunale nelle quali si discuteva il bilancio della giunta, i consiglieri della tartaruga sono stati gli unici a sollevare il problema del nuovo centro emergenza freddo, così come all’epoca furono gli unici a votarvi contro.

Al microfono i consiglieri hanno svelato ai colleghi che i militanti di Cpi compiono controlli settimanali a sorpresa presso la struttura di via Comini e, un martedì sera, hanno scoperto che nel centro Volontarius ospita un noto spacciatore del Mali, più volte arrestato e già espulso dal centro profughi ex-Alimarket.

“Molti degli immigrati che dormono in strada – commenta il consigliere comunale Andrea Bonazza – sono noti alle forze dell’ordine per essere stati arrestati per vari reati e, quindi, viene loro giustamente negata l’ospitalità nei centri di accoglienza”.

“Dovrebbero essere denunciate – continua Bonazza – anche queste associazioni che continuano ad invitare immigrati da fuori provincia per giustificare il loro volontariato ben retribuito, salvo poi lasciarli in strada quando la situazione sfugge di mano e attaccando le istituzioni per avere soluzioni ai problemi che loro stesse creano”.

Infine, CasaPound denuncia ancora una volta che il nuovo centro emergenza freddo va chiuso subito in quanto “è un costosissimo ricettacolo di immigrati fuori quota, espulsi da altri centri o non aventi diritto di asilo politico, che attivano da ogni dove”.

Picchio Romano

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