Bolzano, 10 febbraio – pubblichiamo di seguito la lettera del nostro prof Achille Ragazzoni, pubblicata oggi sul quotidiano “Alto Adige”:
Egregio Direttore, oggi è la Giornata del Ricordo. La legge che la istituiva è benemerita ma, a mio avviso, è monca. Manca, infatti, qualsiasi riferimento al dramma vissuto dagli italiani al confine occidentale, nei territori passati alla Francia. Tra essi il comune di Tenda, gran parte del comune di Briga Marittima, tre frazioni del comune di Olivetta San Michele, nella bassa Val Roja ligure, Mollieres, frazione del comune di Valdieri, nota località termale in provincia di Cuneo. Anche lì, fortunatamente senza sangue, ci fu la pulizia etnica e si calcola che almeno 1000 persone abbiano lasciato la terra natale per non divenire francesi. Per quanto riguarda la francofonia di quei posti basta recarsi a Briga Alta (CN), comune formato dalle frazioni di Briga Marittima non annesse alla Francia o a Realdo, anch’essa frazione di Briga Marittima non annessa alla Francia e aggregata al comune di Triora (IM). Molti filoitaliani che non vollero o non poterono andare via subirono vessazioni e, parlo per conoscenza diretta della questione, ci sono ancora famiglie che si detestano per le decisioni prese dai loro antenati nel 1947. Molti grandi si espressero contro l’annessione: Benedetto Croce, Vittorio Emanuele Orlando, Randolfo Pacciardi, il capo partigiano monarchico Enrico Martini Mauri, il socialista francese Léon Blum, secondo il quale l’amicizia franco-italiana era più preziosa del possesso di Briga e Tenda; Arturo Toscanini si rifiutò, per protesta, di dirigere un concerto all’Opéra di Parigi, ma fu tutto inutile. Penso che anche questo pezzo di storia italiana debba trovare degno spazio durante la Giornata del Ricordo.
Achille Ragazzoni