Bolzano, 9 gennaio – Dopo oltre un mese di consultazioni tra il partito della Stella Alpina e quello del Sole delle Alpi, il parlamentino Volkspartei con 503 favorevoli, 16 astenuti e nessun voto contrario, ha concluso l’accordo per il nuovo contratto di governo provinciale che, per la prima volta, da oggi vedrà la SVP alla guida dell’Alto Adige insieme ad una formazione della destra italiana, ovvero la Lega.

Tra l’opposizione i malumori già si fanno sentire con Paul Koellensperger, dell’omonimo Team, secondo il quale non ci sarebbero particolari novità rispetto al programma della precedente giunta provinciale. “Un programma scorrevole e in alcuni tratti addirittura identico a quello tra Svp e Pd – ha detto l’ex grillino – La Volkspartei ha scelto un partner fi giunta più idoneo a fare la politica che era abituata a fare prima”.

Dal PD il nuovo consigliere provinciale Sandro Repetto è invece critico con il programma della nuova giunta perché a suo dire “nella stesura del documento i bisogni di Bolzano e delle sue aree urbane, così come i temi del sociale, sono stati pressoché ignorati“.
I Verdi parlano invece di “un testo chiaramente scritto dalla Svp e solo controfirmato dagli esponenti del Carroccio“. Per Riccardo Dello Sbarba il programma cita inoltre un’Europa dei Popoli come entità astratta e non parla di Unione Europea nel suo valore concreto.
A destra infine, scettici sulla nuova maggioranza di governo, anche i rappresentanti di CasaPound che, per voce del coordinatore regionale Andrea Bonazza, si dicono preoccupati per la comunità italiana dell’Alto Adige e si appellano alla Lega affinché mantenga gli obiettivi in tema di immigrazione e sicurezza prefissati in campagna elettorale, senza scendere a compromessi sul rispetto della storia e dell’etnia italiana. “Anni e anni di giunta Svp-Pd hanno inginocchiato gli italiani dal lavoro alla cultura – ha dichiarato Il responsabile di Cpi – da oggi la Lega provinciale dovrà essere pronta ad invertire la rotta, difendendo ogni italiano di questa terra a prescindere dalle sue origini ‘padane’ o meridionali, ogni posto di lavoro provinciale o industriale, ogni monumento o cartello di montagna che la SVP minaccia o cancella in cambio di compromessi per un autonomia che dev’essere assolutamente rivista e ripulita”.
Picchio Romano

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