Riva del Garda, 8 marzo – Sono ormai due anni che la stampa radical chic, i sindacati e la cosiddetta sinistra italiana, urlano al Fascismo e al ritorno del Nazismo. Ma quanto c’è di vero in tutto questo?
Nulla ovviamente, perché riconoscere la Lega e il centrodestra come rappresentati attuali di quel periodo storico è abbastanza ridicolo, economicamente non vi è nulla da spartire tra il liberismo del centrodestra e il socialismo, riconosciuto ai tempi sia da Togliatti che da Gramsci, del Fascismo.
Altro tema che non coincide con le attuali politiche sono quelle della lotta all’immigrazione, che fa accusare Salvini di essere fascista e razzista, ma nel ventennio non vi era alcun problema a riguardo, quindi viene presupposto che il Fascismo avrebbe combattuto l’immigrazione, ma nulla di certo, se non la volontà di aiutare lo sviluppo dei paesi africani che furono colonizzati (in gran parte già prima del Fascismo).
Inoltre chi continua a gridare al ritorno al passato sono li stessi che ci raccontano dell’oppressione alle principali libertà di espressione di quel periodo storico, ma allora se la similitudine per loro è tale, come mai possono ancora parlare e urlare fandonie a mezzo stampa e tv?
Come mai non sono al confino?
Le spiegazioni a questo fenomeno, ossia l’urlare al ritorno del Fascismo e del Nazismo, sono due, o la sinistra ha paura semplicemente di simboli e parole, ma non dei fatti, ricordiamo che il Pd votò il finanziamento europeo ai “campi di concentramento in Turchia” per arginare la fuga dei Siriani verso l’Europa e che se Salvini può fermare li sbarchi in parte deve ringraziare anche il suo predecessore Minniti, o è il tentativo di ricompattarsi con l’estrema sinistra che ha ormai da anni abbandonato ogni intento di coalizione con il centrosinistra.
Il vero pericolo dittatoriale proviene dalle élite che oramai si sono infiltrate in ogni ambito istituzionale e cercano in ogni modo di stravolgere il voto popolare provandole tutte, anche accusando di incapacità amministrativa i vincitori, quando sappiamo benissimo che siamo in queste condizioni, sociali e economiche, solo ed esclusivamente per le scelte proprio dei cosiddetti tecnici.
Matteo Negri