Bolzano, 19 marzo – Scrivere delle conseguenze del Corona Virus non fa piacere a nessuno, per questo mi asterrò da ogni commento, però mi permetto di evidenziare solo alcune contraddizioni che magari ai più sono sfuggite. Sicuramente mi farò ancora più “amici” di quelli che ho. Iniziamo col divieto di stare all’aperto. Io personalmente mi attengo a quanto decretato, però con una semplice auto dichiarazione una persona può muoversi per andare a fare acquisti. Il decreto stabilisce anche quali prodotti possono essere venduti in modo da non ledere la concorrenza. Allora tutti noi non possiamo andare a fare una passeggiata senza motivo, ma siamo giustificati se andiamo a comprare le sigarette. In un momento dove un virus aggredisce prevalentemente il sistema respiratorio, uno non può andare a fare del moto, con le dovute attenzioni, ma si può fumare stecche di sigarette. Scusate, ma me ne esco pazzo. Sono anni che ci inondano di messaggi che il fumo fa male e poi calano le braghe al primo segnale di pericolo per l’industria del tabacco.
Seconda contraddizione che è più una domanda. In questo periodo hanno chiuso quasi tutto, ma perché non hanno chiuso le borse? Se la finanza dovrebbe sostenere l’economia e non viceversa, la prima cosa che avrebbero dovuto fare sarebbe stata quella di fare una moratoria degli scambi in borsa, in modo da non permettere speculazioni che poi ricadranno su tutti noi attraverso le banche.
Poi ho altre tantissime domande e tutte senza risposta. Ma in tutto sto ambaradan chi è che ha deciso di chiudere le frontiere alla faccia di degli accordi di Schengen? Ma poi, come mai adesso non ci sono più sbarchi sulle nostre coste, visto che non era organizzato da nessuno? Come mai Soros non dona un cazzo di un centesimo all’Italia? Potrei andare all’infinito a pormi domande e tutte senza risposta, l’unica risposta che mi viene in mente è l’appello di Meluzzi di uscire subito da questa Unione Europea e incominciare a rimettere in moto la nostra zecca per percorrere l’unica via possibile per riscoprirsi veramente dei patrioti. Non credo che la risposta di cantare dai balconi tra vicini di casa sia un gesto d’orgoglio, ma più un gesto di ipocrisia generalizzata, perché appena finita la quarantena e alla prima riunione di condominio le prime regole di civiltà si saranno volatilizzate nell’aria come le canzoni cantate sui balconi. L’ho detto sin dall’inizio che mi sarei fatto molti amici.
G.L. Cerere