La rubrica di PostaCerere
Bolzano, 27 luglio – Dal 1948 la SVP ha fatto in Alto Adige il bello ed il cattivo tempo. Ha sempre unilateralmente dettato la propria agenda politica provinciale, indipendentemente dall’alleato di turno. Sia con la vecchia DC, che successivamente col PD ed ora con la Lega, chi comanda in Alto Adige è la SVP. Dato che il suo modo di confrontarsi politicamente non è mai stato del tutto democratico, ma etnicamente orientato, per questa ragione si è sempre arrogata di porre dei veti ai suoi alleati o futuri alleati. È accaduto così in passato e così sta succedendo adesso per le elezioni comunali del 20 settembre 2020. Qualunque alleanza si voglia proporre, quale eventuale alleato della SVP, deve accettare i suoi veti. Così a Bolzano e Laives oltre ad escludere le liste che a loro parere sono inconciliabili, bisogna anche escludere i candidati che a loro giudizio sono impresentabili nelle liste di partiti o liste civiche a loro compiacenti. Questo intreccio di politica targata SVP con finanziamenti e contributi provinciali ha creato un tessuto economico interdipendente e di sudditanza imprenditoriale. Difatti l’attuale corrente che domina nella SVP è quella economica, tutte le altre categorie sono andate a scomparire, gli Arbeitnehmer ad esempio dove sono finiti? Alla SVP sono rimasti legati quei settori dell’imprenditoria che necessitano di risorse economiche per sopravvivere in questa economia territoriale drogata. L’analisi economica è molto semplice, per fare un solo esempio, se non ci fosse la compensazione economica provinciale della differenza della vendita del latte nessun contadino altoatesino potrebbe sopravvivere in questo mercato neoliberista europeo che tanto piace alla SVP. Piace soprattutto questo mercato europeo se vale solo per gli altri, perché noi siamo diversi per cui ci facciamo le regole per noi e ci autoprivilegiamo. Questo vale anche per molte altre categorie imprenditoriali ed economiche, le quali sicuramente non faranno mancare il loro appoggio alla SVP. Per cui in tutti questi anni la SVP con il leit motiv della tutela etnica ha creato quello che io continuo a chiamare, System Südtirol. Un intreccio di interessi politico economici che ha sempre e solo avvantaggiato una componente etnica. Quando una voce, una formazione politica, un libero pensatore prova a evocare questo System Südtirol viene subito tacciato di razzismo ed escluso aprioristicamente da qualsiasi tipo di comune dibattito politico. Così è stato per decenni con il MSI, poi con AN, adesso con Fratelli d’Italia e CASAPOUND, ma anche con i singoli candidati; insomma le liste elettorali vengono tutte fatte in via Brennero. La cosa che fa veramente male è la debolezza nei partiti, cosiddetti italiani o plurilingui, nel cercare sempre come unico alleato la SVP come elemento rappresentativo nel mondo di lingua tedesca, come se non esistessero altre possibilità. Se veramente come si pone la Lega/Salvini Premier, quale forza interetnica, perché accettare sin da adesso i diktat della SVP? Trattasi di sudditanza psicologica o altro di cui noi non siamo a conoscenza, e che magari coinvolge direttamente il parlamento centrale? Fin quando questi giochi venivano fatti dalla sinistra, non c’era da meravigliarsi, ma se adesso vengono fatti da una forza popolare che fino a qualche anno fa si definiva di destra, a me sembra che si stia assumendo sempre più la veste di balena bianca ciellina e dorotea. La forza dirompente della Lega Bossiana si è ormai del tutto esaurita e si è completamente depotenziata e istituzionalizzata con la Lega/Salvini Premier. La nuova app della DC 2.0 è nata, basta scaricarla gratuitamente da Google Play. Per inciso vorrei ricordare a tutti che la DC di allora veniva assiduamente combattuta dal MSI, questo solo per mettere in chiaro come stavano le cose. Ma torniamo ai giorni nostri, se questa è la realtà quali sono le alternative per un elettore che si autodefinisce di destra. Indubbiamente per Bolzano esiste una alternativa, e si chiama CASAPOUND, ma nel resto dei comuni provinciali? Nulla. La debolezza della politica che si vuole definire di destra o che vuole aggregare il gruppo linguistico italiano la si vede proprio in questo. Nessun coraggio avanguardista e nessun spirito futurista. Cosa sarebbe costato a presentare in tutti i comuni altoatesini un unica alleanza aggregativa o i singoli simboli presenti nel consiglio provinciale? Soprattutto anche se si pensa che non sono necessarie raccolte firme per presentare le liste per i partiti presenti in Consiglio Provinciale, un tecnicismo che avvantaggia non di poco conto. La mancata lungimiranza e le sterili liti da cortile sono quelle che hanno sempre danneggiato moralmente e spiritualmente tutti gli elettori dei comuni periferici. Lo stato d’animo con cui si trovano questi cittadini elettori col passare degli anni diventa sempre più fatalistico e pessimistico. Quindi le debolezze della politica provinciale attuale anti SVP sono molteplici: mancata visione territoriale, sudditanza psicologica, interessi di cortile, atteggiamento remissivo. Unico elemento aggregativo della SVP con i partiti nazionali che si evince e si riesce a intravedere, sono esclusivamente i pruriginosi interessi economici. Difatti la parte economica della SVP bolzanina sembra fare il tipo per Zanin e non per Caramaschi, proprio a rimarcare la loro natura di trovare degli alleati accomodanti come a livello provinciale. La SVP cerca semplicemente persone disposte a stare al governo con loro per espletare esclusivamente la loro parte amministrativa e burocratica, ma senza mai dare un’agenda politica nelle scelte, insomma dei bravi funzionari amministrativi, ma non dei politici a tutto tondo. Purtroppo per alcuni a Bolzano il risveglio di lunedì 27 luglio 2020 è stato diverso, HausMontag è presente!
G.L. Cerere