La rubrica di PostaCerere 

Tra qualche giorno con il deposito definitivo delle liste e dei candidati a Sindaco si scopriranno tutte le carte per le elezioni comunali del 20 settembre 2020 nei 116 comuni altoatesini; Covid permettendo. Un esercito di candidati a consigliere ed a sindaco. Chi con aspettative importanti e chi con nessuna, chi con entusiasmo e chi con pacata razionalità, chi con sogni e chi con pragmatismo, chi urlando e chi sussurando, chi in disgrazia e chi in ascesa, ecc; insomma un variopinto insieme di figure e personaggi dai contorni più vari. Bene, questa è la democrazia liquida del XXI secoloCome in ogni previsione i pronostici danno sempre per favoriti gli uscenti, perché hanno una posizione dominante e conoscono il loro ruolo alla perfezione. Facciamo un parallelismo calcistico; la favorita allo scudetto è sempre la squadra che lo ha vinto l’anno precedente, più uno o due avversari dal calibro economico elevato. Per questa ragione i politici sfidanti devono correre il doppio e soprattutto apparire il doppio sui mass media pubblici. Cosa non facile se si pensa che il 90% dell’editoria privata locale altoatesina è in mano al Gruppo Athesia. Quindi rimangono a disposizione per tutti, quei strumenti di informazione che esulano dal controllo del mainstream locale. Chiamateli social, blog, giornali di rete, informazioni online, chiamateli come volete, ma chi non ha una posizione dominante nell’editoria tradizionale si deve “accontentare” delle briciole, uno penserebbe. Sbagliato, ormai anche questi strumenti sono diventati loro stessi strumenti di facile manipolazione e di storytelling mediatico dominante. Insomma gli affabulatori sono ovunque, ognuno si insinua con gli strumenti che ha. Non per niente Salvini è più presente nella rete che sull’editoria tradizionale. Astutamente ha trovato un sistema di propaganda che non fosse in mano ai soliti onerosi questuanti. Li si è sviluppato, e li continua a fare proseliti. Insomma in questa campagna elettorale per le elezioni comunali ognuno avrà un suo percorso e ognuno a fine corsa valuterà il proprio esito. Quello che a mio modesto avviso invece manca alla maggior parte dei candidati è una scuola politica di provenienza. Una volta per potersi candidare a qualsiasi livello, oltre ad essere iscritti ad un partito, si doveva frequentare la scuola politica, la sezione, fare militanza e poi se dimostravi le caratteristiche etiche e morali giuste ti potevi candidare. Insomma la selezione partitica permetteva una scrematura e faceva si che tutti gli eletti, indipendentemente dal colore politico, avessero una statura politica e una cultura delle istituzioni che la maggior parte di questi candidati non sanno nemmeno cosa significa. Un esempio banalissimo, guardate le presenze nei vari consigli comunali e poi datevi una risposta da soli. Sembra di assistere ad un esodo ferragostano. Il rispetto della carica e del ruolo che si copre è fondamentale per far si che la politica venga vista come un bene da proteggere. Se invece si lascia tutto in mano a mercanti e opportunisti dell’ultima ora, quello che si crea è quel sentimento di disaffezione collettiva e di puro disprezzo contro tutta la classe politica. Difatti questo proliferare di liste civiche con candidati razzolati da qualunque situazione rende il dramma di questa futura classe dirigente ancora più evidente. Un serpente che si morte la coda. Questa fluidità nei partiti, ma anche nei movimenti ha danneggiato non solo la politica, ma anche il governo della cosa pubblica a tutti i livelliQuando si dice che il politici di una volta erano dei veri statisti e che si sarebbero mangiati questi in un sol boccone è verissimo. I politici attuali sono abituati a evadere le pratiche imminenti dell’amico, degli stakeholder, del fratello, ecc, niente più; non hanno una visione politica complessiva. Zygmunt Bauman diceva “Nel mondo liquido-moderno la solidità delle cose, così come la solidità dei rapporti umani, tende a essere considerata male, come una minaccia: dopotutto, qualsiasi giuramento di fedeltà e ogni impegno a lungo termine (per non parlare di quelli a tempo indeterminato) sembrano annunciare un futuro gravato da obblighi che limitano la libertà di movimento e riducono la capacità di accettare le opportunità nuove e ancora sconosciute che (inevitabilmente) si presenteranno. La prospettiva di trovarsi invischiati per l’intera durata della vita in qualcosa o in un rapporto non rinegoziabile ci appare decisamente ripugnante e spaventosa.” Capite adesso perché CASAPOUND con la sua politica fa paura a tutti, indipendentemente che si presenti con una sua lista o con i suoi candidati o che semplicemente faccia meta-politicaAvere non un partito, non un movimento ma bensì una comunità di uomini, donne, madri, padri, figli, nonni, nipoti che agisce come un unicum è difficile da accettare per chi è abituato a fare compromessi anche sulla propria identità in nome del neoliberismo. Con certezza noi sappiamo da dove veniamo, con altrettanta sicurezza sappiamo dove vogliamo andare, sempre senza odio e rancore, ma se il destino ce lo chiederà come gli arditi a Trieste correremo sorridendo incontro alla nostra amata sorte.

G.L.Cerere

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