Bolzano, 28 novembre – Ieri sera in consiglio comunale c’è stata l’audizione sulla violenza sulle donne, organizzata dalla commissione pari opportunità.
Nonostante una notevole diminuzione di questi ripugnanti reati, i numeri restano comunque allarmanti con 70 donne uccise in Italia da gennaio a ottobre 2018, di cui 4 in Alto Adige.
Dai dati forniti ieri in Comune, con qualche discrepanza, è emerso che il 42% di questi reati sono commessi dai mariti, il 22% dagli ex, il 14,1% dal convivente, il 54% dall’amico, il 3,9% dal padre, il 3,3% da altri parenti, 2,8% dal fidanzato, il 2,3% dal figlio, l’1,8% dal fratello e lo 0,8% da sconosciuti (anche se, senza polemizzare, i conti non tornano proprio).
C’è da dire che i dati del Ministero dell’Interno riconoscono però in 32 gli effettivi femminicidi, descrivendo i rimanenti reati mortali in omicidi le cui cause si trovano tra le rapine, la ludopatia e la depressione. Quest’ultima che contribuisce alla triste cifra di 4.300 suicidi nel 2018, di cui un quarto solo donne.
Non dimentichiamoci che ad influire negativamente in queste tremende classifiche ci sono anche 90mila divorzi e 80mila separazioni che, in molti casi, portano entrambi i partner a depressione, suicidi ed episodi di violenza fisica e mentale.
Da gennaio a giugno 2018 si sono verificati in Italia comunque anche 90 casi di maschi uccisi tra assurdi infanticidi e mariti assassinati da mogli, spesso con l’aiuto degli amanti. Ma per molte femministe questi dati sembrano non esistere.
Se i femminicidi sono dunque in calo, per quanto riguarda invece i dati delle violenze sessuali è una vera e propria strage: sono infatti 2.311 le donne violentate di cui 1.646 italiane e 670 straniere, mentre il numero degli stupratori è di 1.628 italiani e 1.155 stranieri. Di queste cifre va però calcolato che in Italia gli stranieri sono unicamente l’8,3% della popolazione (dati 2017).
Andrea Bonazza