Bolzano, 1 febbraio  – Nelle zone limitrofe alle scuole si trova sempre un posto in cui vi è la zona delle canne e dello spaccio. Perche? Si possono chiamare le forze dell’ordine e per un po’ torna la quiete dopo la tempesta (il buon Leopardi impregna la nostra cutura), ma poi l’olezzo della droga riprende il suo girovagare tra i giovani disperati alla ricerca dell’effimero e del piacere.

Aristotele e Freud concentrano la loro ricerca sul piacere: è il primo principio della vita psichica, nonché il movente più forte dell’azione umana.
Sia l’uno che l’altro distinguono il piacere “immediato” dell’infanzia, dal piacere adulto che nasce dal “differimento” del godimento, spostato su oggetti compatibili con il mondo, con gli altri e soprattutto con l’autoconservazione. Ecco; autoconservazione, piacere immediato: il giovane non riesce a trovare una sua collocazione sociale, uno scopo del suo vivere, una soddisfazione, un riconoscimento. Si riempie di video, di immagini, di canzoni, di frenesia che non lascia al cervello di creare le sinapsi indispensabili per trovare la giusta pace del godimento dell’informazione acquisita.

Che problemi hanno i ragazzi a scuola? Le interrogazioni, i compiti a casa? Ma suvvia, ormai un quattro si recupera con un’interrogazione, se l’insegnante si permette di richiamare, interviene il dirigente o il servizio di assistenza psicologica per aiutare il docente a non traumatizzare il piccolo giovane indifeso. Perchè non concentrarsi sullo studio con calma, tranquillità e serietà, riscoprire la storia della propria famiglia, della propria Nazione, partecipare attivamente a gruppi che possono ricreare il senso di appartenenza.

Il piacere subito, una canna e via… no grazie, basta con le canne e no alla liberalizzazione delle droghe leggere. Forza ragazzi! io ci sono, voi pure, tutti assieme per superare quegli ostacoli che, credetemi, sono tutti risolvibili. Tutti.

Francesco Bragadin

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