la rubrica di PostaCerere
Bolzano, 20 settembre – Ci siamo. Nel 2020 alle elezioni comunali di Bolzano c’è la possibilità che venga eletto un sindaco di centro destra. Il problema che si pone adesso è chi dovranno essere i candidati e soprattutto come fare le alleanze. L’impasse creatasi all’indomani dell’elezione di Giovanni Benussi del 2005 spero abbia insegnato qualcosa. Lo spero vivamente. Sicuramente il contesto elettorale è profondamente cambiato nei pesi e nei contrappesi, ma per esprimere un candidato vincente e soprattutto anche una maggioranza in consiglio comunale serve quel quid novi che fino ad oggi il centro destra non è riuscito ad esprimere. I pesi sono sotto gli occhi di tutti. Traina l’Alberto da Giussano di Matteo Salvini, di seguito Fratelli d’Italia e Forza Italia e poi sicuramente un insieme di Liste Civiche dalle più svariate sfumature andranno a comporre il bacino dell’elettorato attivo e, inevitabilmente, in quale contenitore passeranno i tre consiglieri di CasaPound con il loro bacino di migliaia di voti. Passiamo invece all’elettorato passivo, chi saranno i candidati? Questo non è dato saperlo se non si è all’interno di ogni formazione politica, ma la cosa che mi preoccupa e che mi ha sempre preoccupato sono le logiche interne. Che poi molto spesso di logico non hanno nulla. Direi però che mi preoccupano ancora di più i sofisti della situazione, cioè quelli che Platone definiva i prostituti della cultura, in questo caso della politica. Saranno molti quelli che proveranno a salire sul carro dei vincitori e credo mio malgrado che alcuni ci riusciranno; quanti non lo so! Non ci sono più i filtri degli anni 80 all’interno delle singole formazioni che facevano da selezione con criteri interni ex ante. Si lascia spesso la decisione ad una contrattazione interna quasi fosse tutto un do ut des. Benché a molti, che si definiscono di destra, possa piacere questo tipo di mercimonio, a me fa vomitare. Non riesco ad essere ipocrita e cercare altri eufemismi è una pratica proprio che non sopporto. Ultimo aspetto sono le alleanze. Se il centro destra vuole veramente essere dirompente o una discontinuità a livello amministrativo deve uscire dalla logica di una alleanza con la SVP, soprattutto per quello che ha fatto nel 2005, ma anche in tutti questi anni di governo provinciale. Bisogna essere autosufficiente anche nel mondo di lingua tedesca altrimenti il ricatto politico continuerà a tenere sotto scacco chiunque governerà a livello comunale. La SVP presenterà a Bolzano come sempre una lista Blockfrei proprio per questo, per fare i soliti suoi giochi di palazzo. Il 16 gennaio 1971 sul disegno di legge di riforma dello Statuto di Autonomia, Giorgio Almirante parlò per nove ore alla Camera dei Deputati perché era uno dei pochi resosi conto della portata di tale riforma. Riporto solo una piccola parte del suo discorso perché la ritengo ancora attuale e di grande importanza per tutti quelli che si appresteranno al prossimo mercimonio pre elettorale: “Ecco perché io continuo ad associare la politica del carciofo che Austria e Volkspartei perseguono alla politica del gambero che l’Italia persegue. Vedete la stranezza delle situazioni”.
G.L. Cerere