Bolzano, 11 ottobre – È stato approvato con 24 sì, 1 no e 5 astensioni, il disegno di legge “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”.

È un DDL che in queste ultime ore sta facendo discutere animamente politica e popolazione altoatesina, per via della negazione del toponimo “Alto Adige” sostituito con “provincia di Bolzano”, all’interno delle documentazioni ufficiali dell’Europarlamento.

Dopo settimane di polemiche sollevate dal centrodestra locale, nel corso dell’ultima seduta a Palazzo Wiedmann, centro del potere politico altoatesino, il consigliere provinciale di opposizione Alessandro Urzì (Alto Adige nel Cuore-FdI) ha sottolineato un aspetto che sta sollevando scalpore: la parola “altoatesine” era stata sostituita con la dicitura “della provincia di Bolzano”, in seguito a un lungo dibattito nel corso del quale si era sostenuto che l’aggettivo fosse espressione di una cultura dell’imposizione, con riferimento al fascismo. Al comma 2 e in altre parti della legge era invece stata lasciata la parola Alto Adige, 《con una sorta di compromesso che mi ha lasciato basito》. Urzì si è chiesto cosa sarebbe successo se un qualsiasi consigliere di lingua italiana avesse chiesto di non utilizzare la denominazione Südtirol ma la denominazione “autonome Provinz Bozen”, in quanto “Südtirol” dà fastidio. 《Questi atteggiamenti sono poco corretti e sopra le righe, oltre che inutili dal punto di vista pratico; sono atteggiamenti “anti-italiani”, non “antifascisti”》 ha esclamato Urzì nel corso della lunga battaglia condotta in aula.

Una volta approvato il DDL, dal palazzo della Provincia al Municipio di Bolzano e a quello di Laives, prime città altoatesine per numero di appartenenti al gruppo etnico italiano, in poche ore si sono alzate le voci di protesta.

Il consigliere di Forza Italia Alberto Sigismondi, con esperienza politica pluridecennale tra i banchi missini, spiega che tanto《non cedono e non cederanno mai. L’ ossessione toponomastica è uno degli assi portanti, da sempre, di questa “squilibrata” politica provinciale. Non si cancella solo un nome: qui c’è la volontà di soffocare, cancellare la storia, la presenza , la partecipazione identitaria del gruppo linguistico italiano. Ignobile! Contro ad ogni costo anche per scongiurare atteggiamenti antistorici e fomentatori di tensioni dai pericolosi ricordi》.

Sulla stessa linea il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Marco Galateo: 《Wow!
L’identità passa anche attraverso i nomi. Può certamente sembrare un “non problema” nella provincia d’Italia prima per la qualità della vita è per reddito procapite. Allora perché governo locale e destra tedesca ci tengono tanto? Semplice, cancellando i nomi si cancella l’identità. Esempio internazionale è la Birmania, oggi indicata internazionalmente Myanmar, grazie ad un regime militare straniero ed occupante. Più localmente occorre citare l’esempio della località sciistica Obereggen, conosciuta in tutto il mondo. Meno consociato il toponimo vero di quel posto: San Floriano/St. Florian. Pur di non indicare la versione italiana, l’amministrazione ha deciso di adoperare un nome commerciale, quello della stazione della funivia “sopra la Val d’Ega” (questo significa Obereggen). Ecco spiegato perché cancellare l’originale Alto Adige, con una più morbida versione neutra “Provincia di Bolzano”. È evidente a tutti che la soluzione più intelligente e rispettosa delle diverse identità che vivono e compongono l’Alto Adige/Südtirol (così la Costituzione italiana) sarebbe quello di lasciare usare ad ogni gruppo linguistico la versione naturale. Che la popolazione tedesca scelga Südtirol e quella italiana Alto Adige, senza prevaricazioni sulla vera minoranza di questa provincia, quella italiana》.

Interviene duramente sulla vicenda anche il movimento sovranista per eccellenza, CasaPound. 《Continuano a capestare dignità e rispetto che gli italiani meritano! Non può essere accettabile sostenere, legiferare, nascondersi o minimizzare un fatto così grave come lo snaturamento storico di un toponimo importantissimo per la comunità italiana di questa provincia – ha tuonato il coordinatore regionale di CasaPound Andrea Bonazza – il nome Alto Adige, da anni bersagliato dal negazionismo sudtirolese, appartiene alle radici di questa terra fin dai tempi di Roma. Quello a cui abbiamo assistitito con l’approvazione di questo DDL scritto coi piedi fetidi del revanscismo “austroungarico”, altro non è che l’ennesimo attacco anti-italiano dei secessionisti tedeschi avallati dai burocrati di Bruxelles, a cui nulla importa dei sentimenti della minoranza italiana del vilipeso Alto Adige》.

Significativo infine anche l’intervento del primo cittadino di Laives, Cristian Bianchi (Uniti per Laives), che porta il primato di un amministrazione di centrodestra alleata con la SVP. 《La Svp tiene i piedi in troppe scarpe. Si dice europea e democratica, aperta alla convivenza. Però contemporaneamente strizza l’occhio alle destre tedesche, votando tutte le proposte portate in consiglio dai partiti secessionisti. Il tutto con estrema naturalezza, come se tutto fosse normale. Evidentemente non lo è》.

E mentre le discussioni si spostano dalle aule istituzionali ai bar e alle piazze, ancora si attendono le prese di posizione di Lega, 5Stelle e gran parte della sinistra italiana.

La Vedetta d’Italia

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