Nella Seconda Guerra Mondiale, dal giugno del 1940, soprattutto per i grandi stabilimenti di Ansaldo e dell’industria bellica, la città di Genova fu tra i maggiori centri duramente colpiti dai bombardamenti “Alleati”. Oggi affronteremo una prima parte di quelle giornate di novembre, tra il ’42 e il ’43, che portarono una lunga scia di macerie e morte che culminò con oltre duemila vittime civili, all’ombra della Lanterna.

Il 29 ottobre 1943, su Genova, 133 bombardieri della 12ª USAAF attaccano lo scalo ferroviario e l’Ansaldo, colpendo sia gli obiettivi che la città (subisce danni, tra l’altro, la chiesa di San Giorgio, provocando una sessantina di vittime. J Vigili del Fuoco riuscirono a salvare 36 persone dalle macerie. Vi furono inoltre seri danni alla rete idrica e a quella del gas.

Il 30 ottobre 1943 Genova venne attaccata da un altro attacco contro lo scalo ferroviario e l’Ansaldo, da parte di venti bombardieri della 12ª USAAF. Le bombe colpirono sia gli obiettivi che la città, soprattutto Sampierdarena, Rivarolo e il centro storico.

Lo stesso giorno, nella vicina Savona, ci fu un altro bombardamento in cui presero parte 156 aerei Anglo-americani. Il raid aveva lo scopo di rendere inservibile il porto di Savona e distruggere lo stabilimento dell’Ilva (l’Ilva e poi Italsider, è stata una delle maggiori aziende siderurgiche italiane del XX secolo) ed alcune altre officine che si trovavano sul Prolungamento a Mare; si svolse tra le 11:47, quando suonò il preallarme aereo e le 13:32, quando echeggiarono le sirene del cessato allarme. Ci furono 116 morti, centinaia di feriti e circa tremila senzatetto.

Il 6 novembre 1942 Genova pativa la terza incursione di “area bombing” con lo sgancio di 115 tonnellate di bombe da parte di 65 bombardieri della RAF, su 73 decollati dalle basi in Inghilterra; due vennero abbattuti. Vennero colpiti i quartieri centro-orientali, con danni tra l’altro alla chiesa di San Donato, a Palazzo Cattaneo e a Villa Pallavicini; le vittime civili furono 20.

Il 7 novembre 1942 Genova venne lacerata dalla quarta e più pesante incursione di “area bombing”: 143 bombardieri su 175 decollati dall’Inghilterra, sei andarono perduti, sganciarono 237 tonnellate di bombe sulla città e sui cantieri Ansaldo, causando 23 vittime. Vennero colpiti i cantieri navali e i quartieri orientali, con danni alla basilica della Santissima Annunziata, al monastero di Santa Chiara, a Sottoripa, ai palazzi Doria, Spinola, Arcivescovile e dell’Accademia Ligustica. Si tratta del bombardamento più pesante subito da una città italiana dall’inizio della guerra, “primato” superato solo pochi giorni dopo dall’incursione su Torino del 20 novembre.

Il 9 novembre 1943 Genova venne attaccata da parte della 15ª U.S. Air Force con obiettivo l’Ansaldo. Vennero colpiti sia gli obiettivi, sia la città dove subì gravi danni il Santuario di Nostra Signora Incoronata.

Il 13 novembre 1942 Genova la quinta incursione di “area bombing”, da parte di 70 bombardieri del Bomber Command (su 76 decollati dalle basi inglesi) che sganciarono 80 tonnellate di bombe dirompenti e 47 tonnellate di incendiarie. Obiettivi sono l’Ansaldo e la città; entrambi furono colpiti, con danni tra l’altro allo scalo ferroviario di Sampierdarena, alla zona intorno alla stazione Brignole, all’ospedale Galliera, alla basilica di San Siro, alla chiesa di Santo Stefano, ai palazzi Spinola e dell’Accademia Linguistica, alla Loggia della Mercanzia. Fortunatamente fu esiguo il numero delle vittime civili che ammontò a dieci.

Il 15 novembre del 1942 Genova subì la sesta incursione di “area bombing” nella quale 68 bombardieri (su 78 decollati dall’Inghilterra) sganciarono 115 tonnellate di bombe sul capoluogo ligure, colpendo sia l’abitato, tra cui la chiesa dei santi Cosma e Damiano, la basilica di San Siro, la basilica di Santa Maria Assunta e Palazzo Cattaneo, sia il porto. Le sei incursioni su Genova di quell’autunno 1942, complessivamente, causarono la distruzione o il grave danneggiamento di 1.250 edifici, 1.996 appartamenti andarono distrutti o gravemente danneggiati, 1.249 lesionati e resi in parte inabitabili, 4.438 subirono danni lievi. In alcuni quartieri più di un terzo degli edifici sono distrutti o gravemente danneggiati. I danni alle strutture portuali, viceversa, sono relativamente contenuti e riparabili in poco tempo. Il numero delle vittime civili risultava essere 451, relativamente poche, se così si può definire, rispetto all’enormità dei danni: ciò è dovuto soprattutto alla buona disponibilità di rifugi antiaerei di Genova, superiori in numero e capienza rispetto alle altre città italiane e in massima parte costruiti in gallerie e sottopassaggi, non soggetti al crollo di edifici soprastanti che era una delle principali cause di vittime nei bombardamenti aerei. Le perdite militari del Bomber Command ammontano in tutto a nove aerei, due dei quali scontratisi in volo.

Purtroppo non finisce qui e prossimamente continueremo su La Vedetta d’Italia la terribile cronaca di quelle giornate in cui i “liberatori” distrussero Genova cone gran parte delle città italiane.

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