La rubrica di PostaCerere
Quando parlo di System Südtirol indico sempre quel sistema di lobby, interessi della politica, di stakeholder vicini ai potenti che hanno fatto si che questa autonomia invece di essere al servizio di tutti i cittadini di tutto il territorio dell’Alto Adige si sia trasformata, come era lontanamente prevedibile, in un unico coacervo di piaceri taciti, di leggi ad personam o “aziendam”, di esclusività etniche, di privilegi familiari, alla faccia di tutti i princìpi della democratica convivenza. L’ultimo esempio è quello che che sta succedendo a Castelrotto. Dopo due mesi di siccità a causa delle scarse nevicate i serbatoi dell’acqua potabile dei cittadini di Castelrotto si sono quasi completamente svuotati e devono essere riempiti dalle autobotti che arrivano da Bolzano. Incredibile che in un territorio alpino come il nostro, soprattutto vicino ad un altopiano dove gli accumuli di acqua piovana e di neve sono facilmente convogliabili si sia arrivati a questa situazione. Si è arrivati a questo non senza lo zampino della politica provinciale e comunale. Come sempre le responsabilità o chiamatele volontà politiche sono scritte nero su bianco, nelle leggi, nelle deliberazioni, nelle norme attuative e i tutti quei procedimenti amministrativi che hanno portato a questa situazione. Come sempre e come volevasi dimostrare votare è sempre importante. Hai voglia invece a dire che la colpa è dei cambiamenti climatici quando poi tu remi nella stessa direzione. Come? Beh, diciamo che l’acqua per gli innevamenti artificiali delle piste da sci si trova, visto che all’Alpe di Siusi tutto funziona a pieno regime. Questo significa bacini idrici per raccogliere le acque, sistemi di distribuzione, impianti tecnologici per l’innevamento artificiale, impianti di risalita per i sciatori, ecc, quindi si capisce che in questa direzione sono stati fatti investimenti privati, ma soprattutto pubblici con molti zeri finali. Se si finanziano queste infrastrutture, e si sa che la coperta è corta, altri tipi di investimento ne rimangono fuori, ma soprattutto in un contesto mondiale dove l’acqua sta diventando un bene quasi più costoso del petrolio la priorità dovrebbe essere data ai cittadini e non alle imprese private per l’innevamento per le piste da sci di pochi. Questo problema è solo all’inizi e si avrà un po’ ovunque in tutto l’Alto Adige dove ci sono piste da sci e industrie che consumano molta acqua. L’allarme non è di oggi ma di 50 anni fa, quando studi e ricerche dicevano che il trend del limite delle nevicate si stava alzando di quota con l’aumento delle temperature. Continuo a ripeterlo da anni, costruire impianti di risalita a oramai 1800 metri di altezza s.l.m. è un investimento che senza l’apporto pubblico non porta a nessun profitto economico. Un investitore totalmente privato mai si sognerebbe di buttare i soldi in una tale avventura, poi col costo dell’energia attuale avrebbe già fatto bancarotta prima di iniziare. Per farvi un esempio concreto e realistico su cosa significa l’innalzamento del limite del freddo e del cambiamento delle precipitazioni, vi ricordo che a sette chilometri in linea d’aria da Castelrotto fino a circa 35 anni fa nei pressi dei laghetti di Fiè allo Sciliar c’era una pista di slittino naturale che ospitava persino le gare di coppa europa, e intorno all’invaso Huber c’era una piccola pista da sci di fondo e tutto questo compreso tra un altezza di 1.100 e 1.500 metri s.l.m., e questo funzionava con l’innevamento naturale. Tutto questo alla fine è stato abbandonato proprio a causa dei cambiamenti climatici. Se poi si pensa che il laghetto di Fiè fatica a ghiacciarsi e oramai si pattina si e non due mesi all’anno si evince che la situazione e indiscutibilmente in mutamento. Ora nei dintorni di Castelrotto, ma anche in molti altri posti boschivi con il perdurare della siccità si scateneranno incendi, e qui altra acqua per spegnerli. Insomma è il solito gioco del serpente che si morde la coda per tutelare sempre e solo l’interesse dei pochi del System Südtirol.
G.L.Cerere